E’ NATA LA CARTA DI LAMPEDUSA

13 Feb 2014

Per tre giorni, dal 31 gennaio al 2 febbraio, diverse realtà provenienti dall’Italia e dall’estero si sono incontrate a Lampedusa con l’obiettivo di fare dell’isola una porta non più sbarrata com’è oggi, ma un nuovo simbolo della libertà di movimento che combatta parole come frontiere, controlli, emergenze, parole che hanno trasformato le sue acque in un immenso cimitero. Libertà è infatti la parola che più ricorre nel testo nato dall’incontro, la Carta di Lampedusa.

“La Carta di Lampedusa si fonda sul riconoscimento che tutte e tutti in quanto esseri umani abitiamo la terra come spazio condiviso e che tale appartenenza comune debba essere rispettata”. Chiede pertanto il rispetto della libertà di movimento di tutte e di tutti e di scelta del luogo in cui realizzare il proprio progetto di vita. “La Carta di Lampedusa afferma che nessun essere umano, in nessun caso, può essere privato della libertà personale, e quindi confinato o detenuto, per il fatto di esercitare la libertà di muoversi dal luogo di nascita e/o di cittadinanza, o la libertà di vivere e di restare nel luogo in cui ha scelto di stabilirsi”. Per realizzare tali libertà, “la Carta di Lampedusa afferma la necessità dell’immediata abolizione di tutte le operazioni legate alla militarizzazione dei territori e alla gestione dei dispositivi di controllo dei confini, sia militari che civili, incluso l’addestramento militare ai respingimenti e al controllo della mobilità delle persone in territorio internazionale”.

La Carta di Lampedusa, sottolineano gli estensori, non è una proposta di legge o una richiesta agli stati e ai governi, perché “indipendentemente dal fatto che il diritto dal basso proclamato dalla Carta di Lampedusa venga riconosciuto dalle attuali forme istituzionali, statali e/o sovrastatali, ci impegniamo, sottoscrivendola, ad affermarla e a metterla in atto ovunque nelle nostre pratiche di lotta politica, sociale e culturale”.

L’idea dlella Carta nasce all’indomani delle tragedie del mare avvenute lo scorso 3 e 11 ottobre di fronte all’isola siciliana, in cui diverse centinaia di migranti annegarono a pochi metri dalle coste di Lampedusa. Melting Pot Europa ha organizzato prima assemblee on line con oltre 70 città collegate attraverso cui è stato redatto un documento aperto su una piattaforma open source a cui chiunque poteva contribuire.

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