12 Mar 2014
La Commissione diritti umani del Senato ha approvato una risoluzione sui CIE che riconosce la fondatezza delle denunce e delle proteste che da anni si susseguono contro queste strutture. Nella risoluzione vengono proposte “alcune misure minime da adottare subito, a cominciare dalla riduzione drastica dei tempi di trattenimento, in vista del definitivo superamento dei Cie”, come ha spiegato Luigi Manconi, presidente della Commissione, il quale definisce i Centri “strutture inutili e afflittive che vanno superate”. Queste le proposte:
1) riduzione dei tempi di permanenza all’interno dei Cie a 30 giorni, con eventuale proroga a 60 giorni, come previsto originariamente;
2) piena applicazione della nuova norma sull’identificazione in carcere per i detenuti stranieri;
3) protocolli di collaborazione con le rappresentanze diplomatiche in Italia dei paesi dai quali in passato più consistenti sono stati i flussi migratori, coinvolgendo il ministero degli affari esteri, allo scopo di velocizzare la procedura di identificazione dei detenuti stranieri in carcere e dei trattenuti nei Cie ed evitare la prassi diffusa di identificazioni sommarie e superficiali;
4) chiusura dei Cie attualmente svuotati e non agibili per ristrutturazione;
5) permesso di soggiorno per motivi umanitari rilasciato direttamente dalla questura senza attivare la procedura della protezione internazionale per gli stranieri irregolari che sono particolarmente vulnerabili (casi psichiatrici, malati o immigrati che risiedono in Italia da molto tempo) e risultano incompatibili con il trattenimento nei Cie;
6) promozione e rafforzamento degli strumenti della partenza volontaria e del rimpatrio volontario assistito;
7) cancellazione automatica del divieto di reingresso nel caso di collaborazione all’identificazione dello straniero irregolare che si trovi nel Cie;
8) distribuzione dei trattenuti all’interno di ogni struttura che tenga conto della diversità degli status giuridici e delle diverse provenienze;
9) periodico monitoraggio da parte delle prefetture delle reali condizioni di vita nei centri;
10) revisione dei criteri di assegnazione della gestione dei Cie, affidando a un ente gestore unico su scala nazionale tutti i centri attraverso un’unica procedura a evidenza pubblica e intervenire per modificare i criteri di assegnazione per le gare d’appalto valutando non solo l’offerta economica e il criterio dell’offerta più bassa, ma tenendo conto dei costi della gestione nel rispetto di quanto previsto dal capitolato d’appalto del 21 novembre 2008 e stabilendo il prezzo dell’appalto non più con un canone pro die/pro capite, ma con un canone annuo (sistema “vuoto per pieno”);
11) regolamento unico per tutti centri su tutto il territorio nazionale che disciplini la vita degli immigrati all’interno del Cie;
12) standard sanitari omogenei assicurando la predisposizione di protocolli operativi e di accordi con le Asl del territorio, l’incremento delle misure di sostegno nei confronti delle situazioni vulnerabili, la stipula di convenzioni con associazioni e organizzazioni umanitarie che operano in campo sanitario;
13) iniziative in merito alla formazione specifica delle figure professionali (forze dell’ordine, giudici di pace) coinvolte nelle procedure di trattenimento, identificazione, espulsione e rimpatrio per evitare che il trattenimento diventi una prassi automatica e per assicurare un’accurata valutazione di ogni singolo caso;
14) protocolli e convenzioni con il Consiglio dell’ordine degli avvocati o con le associazioni di categoria per garantire maggiore trasparenza e regolarità;
15) eliminazione di ogni restrizione all’accesso ai centri (Cie, ma anche Cara e Cda) garantendo la possibilità di entrare nelle strutture anche ai rappresentanti degli enti locali, delle organizzazioni umanitarie internazionali e nazionali e delle associazioni che operano nel sociale e ai garanti per l’infanzia e ai garanti per i diritti delle persone private della libertà;
16) possibilità di un’ulteriore proroga dei tempi del permesso di soggiorno per attesa occupazione rispetto ai mesi attualmente previsti;
17) considerare il trattenimento dello straniero come una misura eccezionale, o comunque del tutto residuale, finalizzata esclusivamente al rimpatrio;
18) misure di gestione dell’immigrazione irregolare, caratterizzate dal rispetto dei diritti umani e da una maggior razionalità ed efficacia nell’ambito una più generale riforma delle politiche migratorie e dell’attuale legge sull’immigrazione.