SBARCHI. NON È UN’EMERGENZA

31 Mar 2014

 

Con l’arrivo della primavera e, quindi, di condizioni di navigazione migliori, come ogni anno sono ripresi gli sbarchi di migranti sulle coste italiane, e di nuovo la questione viene affrontata come fosse un’emergenza, come attesta la decisione assunta dal Ministero dell’Interno, con circolare del 19 marzo 2014 , di distribuire nel territorio nazionale, a cura delle Prefetture, i 2.300 richiedenti asilo recentemente sbarcati. Scrive ASGI, che la decisione, “ben lungi dall’essere una misura straordinaria necessitata dalla saturazione dei posti di accoglienza dovuta ad arrivi massicci ed imprevedibili, è ancora una volta conseguenza diretta della mancata riforma di norme confuse e non coordinate tra loro e della conseguente pluriennale mancanza di un piano nazionale di accoglienza dei richiedenti asilo e di integrazione sociale dei titolari di protezione”. Così, “invece di assicurare l’immediata operatività dei posti di accoglienza diffusa che garantiscono standard adeguati di protezione per i richiedenti asilo e contenimento della spesa pubblica, si costruisce l’ennesimo sistema di intervento parallelo facendo ricorso ad ospitalità alberghiere con evidente danno erariale, rallentamento dei tempi della procedura di esame delle domande di asilo ed abbassamento degli standard di tutela”. Conclude ASGI che “nessuna delle sistemazioni alberghiere cui si sta dando attualmente corso, sarebbe stata necessaria se i posti del sistema di protezione, fossero stati prontamente attivati”.

Anche per CNCA (Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza), ARCI, Caritas Italiana e Fondazione Migrantes non è accettabile che una questione come quella dell’arrivo dei rifugiati sulle coste italiane possa essere affrontata come se fosse un’emergenza. Lo hanno scritto in una lettera aperta inviata a tutte le Istituzioni direttamente coinvolte. “La vicenda della cosiddetta Emergenza Nord Africa”, spiegano i promotori della lettera, “è emblematica di un approccio che non paga: non si assicurano condizioni dignitose a tutti i richiedenti asilo, si coinvolgono alberghi e altre strutture inadeguate, si creano tensioni con organizzazioni locali che pure sarebbero disponibili ad accogliere. Evitiamo di fare anche quest’anno gli stessi errori”. “Le nostre organizzazioni”, concludono, “sono disponibili ad accogliere i richiedenti asilo, ma in un contesto strutturato, con un investimento e un livello di coordinamento adeguati al fenomeno. Ci attendiamo dalle Istituzioni competenti le medesime intenzioni.”

ANCI, l’associazione dei comuni Italiani, chiede con urgenza che il Governo adotti ogni misura necessaria a garantire un’accoglienza dignitosa, ordinata ed efficiente delle persone che chiedono protezione all’Italia. Anci riceve quotidianamente segnali di allarme dai territori, che faticano a comprendere la strategia che il Governo sta attuando per far fronte a una situazione che peraltro, nei prossimi mesi, rischia di diventare ancora più drammatica. Auspica,, quindi che si attivi nei prossimi giorni in tutta la sua capienza, l’intera rete dei progetti SPRAR, ed in particolare i ‘’posti aggiuntivi’’ che garantirebbero in tempi celeri la disponibilità di quasi 7.000 posti in accoglienza, per i quali i territori hanno già dato la loro disponibilità. Posti che per essere attivati richiedono la disponibilità del finanziamento, ma allo stesso tempo anche di altre risorse che invece si stanno utilizzando in modo non efficace ed efficiente. “Come già più volte espresso in ogni sede istituzionale, ANCI, sebbene pienamente consapevole della gravita’ della situazione complessiva, ritiene che interventi di tipo straordinario e non strutturale compromettano gravemente, come già accaduto di recente, il percorso avviato di messa a regime del complessivo sistema di accoglienza, oltre che rappresentare un sicuro abbassamento degli standard di accoglienza e un utilizzo inefficiente di risorse pubbliche”. Data la situazione di estrema urgenza, ANCI, insieme alle Regioni, ha chiesto al Ministero dell’Interno di convocare quanto prima il Tavolo di coordinamento nazionale con cui condividere l’attivazione immediata delle necessarie misure che rimettano sul giusto binario una situazione che, al momento, pare fuori controllo. L’auspicio, dunque, e’ che le richieste dell’Associazione siano prontamente accolte.

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