DAGLI ALL’UNTORE

13 Mag 2014

Il supplizio degli untori (stampa XVII sec.)

 

 

 

 

 

 di Vincenzo Intermite

L’”accorato” allarme, recentemente lanciato da esponenti della politica e del giornalismo, del pericolo di una presunta pandemia di Ebola in Italia, determinata dallo sbarco degli immigrati di origine africana sulle nostre coste, è in perfetta sintonia e in tempestiva coerenza con la cinica e disgustosa richiesta rivolta dal segretario della Lega Nord, Salvini, al governo, di interrompere i soccorsi in mare e restare indifferenti di fronte alla tragedia dei morti per annegamento e assideramento perché costano troppo (!).

L’operazione appare evidente, essendo, peraltro, un’ antichissima pratica storicamente attuata dalle organizzazioni politiche e dai governi più spregiudicati ed eticamente aridi: far leva sulle paure più ancestrali, attraverso la creazione a tavolino di fattoidi, per pilotare a proprio piacimento gli orientamenti politici ed etici della popolazione e manipolarne le coscienze. Non a caso, questo strano allarme, la cui fonte è un anonimo “esperto dell’esercito”, a cui non si capisce per quale ragione si dovrebbe dar credito, giunge proprio in prossimità delle consultazioni elettorali per il Parlamento Europeo: un’ottima occasione, per molti gruppi politici di ispirazione razzista, per imporre all’Europa politiche discriminatorie, eticamente inaccettabili e confliggenti con tutte le Convenzioni internazionali in tema di accoglienza, e per quei politici di professione per i quali qualunque stratagemma è buono per accaparrarsi o mantenere un seggio con relativi compensi e vitalizi.

Forme di allarmismo di fatto infondato come queste, possono determinare nella popolazione reazioni di rifiuto, di emarginazione, di discriminazione e di isolamento sociale nei confronti del diverso e dello straniero, dettati non dalla ragione, ma da un sentimento indotto di paura per la propria vita che potrebbe sfociare anche in atti di violenza: si verrebbe a configurare così un evidente e clamoroso caso di violazione dell’art. 4 della Convenzione Internazionale sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale (ICERD), sul cui rispetto il governo italiano dovrebbe vigilare, in quanto fattoidi di questo tipo possono facilmente tradursi in “discorsi di incitamento all’odio razziale” (hate speech).

Se, davvero, il mondo della politica e del giornalismo vogliono dare la caccia agli untori, il lavoro non manca, dal momento che untori italiani non scarseggiano: basti guardare allo scempio di Taranto, dove una cricca di spietati speculatori, non ha esitato a diffondere tumori, pur di riempirsi le tasche; basti guardare alla “Terra dei Fuochi” e non solo, dove per anni la criminalità organizzata ha interrato rifiuti tossici provenienti dalle industrie del nord, diffondendo nella popolazione malattie mortali, nella totale indifferenza dei governi italiani che in quegli anni si succedevano; basti guardare, alla pratica, attuata da spietati criminali, di manipolare (notizia di questi giorni) i farmaci oncologici, per guadagnarci sopra ( così non basta che a Taranto e nella Terra dei Fuochi ci si ammali di tumore: poi si viene anche curati con l’acqua fresca, forse pure inquinata).

Ma investire le proprie energie nel condannare e perseguire i veri untori, incentrare la propria campagna elettorale sulla denuncia di chi, davvero, diffonde la malattia e la morte, fare giornalismo informando, obiettivamente, su quelli che sono le vere emergenze del paese nel campo della salute e della sicurezza, non conviene: con la menzogna e la diffamazione si raccolgono più voti.

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