13 Mag 2014
Il ministro dell’Interno Angelino Alfano ad aprile ha riferito alla Camera sulla situazione relativa agli sbarchi di cittadini stranieri sulle coste italiane: oltre 20.500 persone dall’inizio dell’anno a fronte dei 2.500 nello stesso periodo del 2013. Secondo il ministro mutano le cause storiche del fenomeno migratorio», prima legato all’estrema povertà e alla ricerca di una vita migliore, oggi principalmente all’instabilità politica dei paesi dell’Africa Nord mediterranea e subsahariani. Lo dimostra, ha sottolineato Alfano, la provenienza della maggiorparte degli extracomunitari: solo 155 vengono dalla Tunisia, per il resto da Eritrea, Mali, Gambia. Somalia, Nigeria, Senegal, Pakistan. Altro dato rilevante è la provenienza dei barconi: 121 su 144 provengono da porti libici, a conferma dello stretto legame, sostenuto anche da fonti diplomatiche e di intelligence, tra l’aumento del traffico di esseri umani dai paesi dell’Africa subsahariana e l’aggravarsi della crisi politica in Libia.
Lo scenario geopolitico descritto rivela, secondo il ministro, la «natura strutturale e non emergenziale» degli attuali flussi migratori, paragonabili per numeri a quelli registrati nel 2011, «l’anno di picco storico».
Il ministro ha ribadito la centralità del sistema di accoglienza, sempre più al centro dell’attenzione vista la trasformazione, qualitativa e quantitativa, del migrante economico in migrante ‘politico’, che fugge da conflitti e persecuzioni. La rete di accoglienza degli enti locali, lo Sprar (Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati), è stato portato dagli originari 3000 posti a 9440 e poi a 12000, ma si punta a raggiungere quota 19000. Intanto, il governo ha chiesto ai prefetti «ogni sforzo per un’estensione straordinaria» del piano di riparto dei migranti sul territorio nazionale, portato avanti in collaborazione con regioni ed enti locali nell’ambito del tavolo di coordinamento operativo al Viminale.