28 Mag 2014
Forse non saranno cresciuti nelle dimensioni attese, ma nazionalismi e destre pericolose hanno inferto comunque un duro colpo all’Europa. Avanzano ovunque e tramortiscono la Francia, dove Marine Le Pen trionfa. Crescono sull’onda delle sofferenze sociali ed economiche di una lunga, terribile crisi che le ricette neoliberiste prolungano a dismisura, provocando povertà e paura del futuro. “Gli elettori hanno mandato un avvertimento a tutti i partiti tradizionali e di governo. I cittadini europei sono stufi della disoccupazione, dell’austerità e del calo dei livelli di vita” ha dichiarato il segretario della Confederazione europea sindacale (Ces), Bernadette Ségol, commentando i risultati delle elezioni europee. “Per i cittadini – prosegue Ségol – la crisi non è finita. Salvare l’euro è stato un inizio. Ma la vera sfida è riportare al lavoro i 26 milioni di disoccupati europei. Proseguire sulla via dell’austerità non è la risposta. L’Europa ha bisogno di grandi investimenti a livello Ue e nazionale per guidare la crescita sostenibile e la creazione di posti di lavoro”.
“L’UE – ricorda Ségol – è spesso accusata di essere un progetto elitario, e perseguire politiche economiche che fanno pagare ai cittadini per gli errori delle banche ha rafforzato questa impressione. Ci deve essere un cambiamento nella politica”. “L’UE deve concentrarsi sui bisogni dei suoi cittadini”, prosegue la dirigente sindacale, dicendo un “no chiaro al razzismo, riconquistando gli elettori scettici e affrontando la crisi della disoccupazione”.
“Un primo test – secondo Ségol – saranno le raccomandazioni di politica economica che la Commissione europea trasmetterà, a giugno, agli Stati membri”.
Inoltre “il Parlamento europeo deve insistere per decidere chi diventa presidente della Commissione europea”. Una scelta, questa, che “deve essere determinata dalle elezioni europee , non dai capi di governo a porte chiuse”.
Per Fausto Durante, responsabile del segretariato Europa della Cgil, il voto consegna “molte ombre e qualche luce”. Lo afferma in un’intervista a rassegna.it. In particolare, per Durante “il voto ci lascia un senso di preoccupazione e timore rispetto al futuro del percorso europeo”, soprattutto riguardo “ai temi che più stanno a cuore a lavoratori e sindacati”. “In almeno due terzi dei paesi in cui si è votato – osserva il sindacalista – prevalgono forze legate ai conservatori, cioè i principali responsabili delle politiche di austerità di questi anni. In alcuni paesi si impongono addirittura impostazioni dichiaratamente anti-europee che hanno l’obiettivo di sfasciare la casa comune e la moneta unica, in alcuni casi con venature xenofobe e razziste. Penso a Gran Bretagna, Francia, Danimarca e Ungheria”. A mandare in Parlamento le istanze della sinistra saranno invece “i paesi oggetto delle ‘cure’ della troika, un fatto largamente prevedibile”, a suo avviso. “La sinistra vince in Irlanda, Grecia, Portogallo e, nelle modalità italiane, con il Pd. Ma l’aspetto dominante – ribadisce – è la vittoria dei conservatori, con un impatto inevitabile nella corsa alla presidenza della Commissione Ue. Ora il favorito è Jean-Claude Juncker, il politico lussemburghese che in questi anni non ha mai appoggiato le richieste dei sindacati europei”.
Per la Cgil è invece motivo di grande soddisfazione il risultato del voto italiano perché conferma una vocazione europeista dell’Italia e il desiderio di radicale cambiamento delle politiche recessive di austerità fin qui adottate dell’Unione europea. In particolare la Cgil sottolinea che “l’esito del voto rappresenta un segnale ancora più importante oggi, alla vigilia del semestre di Presidenza italiano della Ue, da cui si attende un’azione forte e incisiva del Governo che convinca l’Unione della necessità di adottare una politica finalmente espansiva, attenta ai bisogni dei ceti popolari, dei lavoratori e dei pensionati”. E aggiunge: “Quello ottenuto dal Partito Democratico nel voto per le elezione del Parlamento europeo è un risultato straordinario, per molti aspetti storico, che rimette al centro un’idea positiva di Europa e di buona politica, oltremodo importante anche nella lotta contro i tanti, sterili populismi e contro i pericoli di una destra xenofoba che, nel loro complesso, sono purtroppo cresciuti in Europa”.
Per la Cgil “la dimensione e la diffusione territoriale della vittoria del Partito Democratico sono indiscutibili. L’elettorato non solo ha ricompensato le politiche redistributive ed espansive, anche se per ora solo abbozzate, adottate dal governo Renzi in questi primi mesi di governo, ma ha dato una chiara indicazione del verso necessario cui ispirare le politiche economiche e sociali di Bruxelles. Il voto”, conclude la Cgil, “consegna una sinistra italiana che potrà giocare un ruolo di primaria importanza in Europa. La scelta del Pd di aderire ai socialisti europei è confermata e rafforzata dal risultato elettorale a tal punto da dare al Partito Democratico un peso e un ruolo di primaria grandezza nel PSE. Peso e ruolo che la CGIL auspica sia speso per favorire un dialogo con tutte le forze progressiste e di sinistra, a cominciare da quelle italiane, per cambiare i trattati europei e le politiche comunitarie, in modo da riavvicinare un idea di Europa comunitaria vicina ai bisogni dei cittadini e capace di costruire equità e solidarietà”.
ELETTA LA KYENGE
Cècile Kyenge, l’ex ministra dell’Integrazione è stata eletta al Parlamento Europeo nella circoscrizione Nord Est con circa 100 mila voti. Questo il suo commento: “Una grandissima soddisfazione. Tra i tanti messaggi di congratulazioni che ho ricevuto stamattina per la mia elezione al Parlamento europeo, ne voglio segnalare uno che mi ha particolarmente emozionata. È di un elettore, su Twitter: –Grazie a te per essere così forte! Rendimi fiero-. Ecco, è esattamente questo il compito che mi assumo per i prossimi cinque anni nei confronti delle quasi 100 mila persone che hanno visto in me colei che poteva rappresentarle in Europa. Sappiano che non le deluderò: rappresenterò il nostro Paese con tutto l’impegno e la passione civile che mi ispirano da sempre”. Sono stata eletta nella circoscrizione Nord Est e questo sarà il mio territorio di riferimento come parlamentare europea. Già il prossimo 30 maggio sarò a Treviso a consegnare la cittadinanza civica ‘per ius soli’ a 1500 bambini, a dimostrazione che le mie battaglie civili, oltre agli impegni che mi sono assunta nel programma, continueranno. Sono particolarmente contenta di avere ricevuto molte preferenze in tutte le regioni della circoscrizione, non solo nella mia Emilia-Romagna. Un ulteriore segno di gradimento rispetto alla mia proposta politica: dare voce a chi ne ha poca. O non ne ha a sufficienza. I nuovi cittadini italiani certamente. Ma anche i giovani e il loro diritto di sognare e realizzare un futuro più solido e felice di quanto il presente sembri offrire. Le donne che devono essere tutelate finché culture e società avranno cancellato anche la più piccola forma di discriminazione di genere. Queste saranno le mie principali battaglie in Parlamento. Infine – conclude Kyenge – voglio ringraziare tutti coloro che mi hanno sostenuto ogni giorno in questa lunga campagna. Le tante persone che ho incontrato nei miei giri per le città che non mi hanno mai fatto mancare il loro affetto e il loro supporto. Ringrazio il mio partito: i volontari che hanno lavorato sui territori per sostenere la mia candidatura. L’eccezionale risultato del Partito democratico a livello nazionale è un’ulteriore enorme soddisfazione. Grazie a Matteo Renzi, all’intero gruppo dirigente, e al nuovo corso che stiamo imprimendo al partito e al Paese, cambieremo davvero verso. L’Italia è pronta a impegnarsi per una nuova Europa, dove dovremo sconfiggere con la buona politica l’ondata di euroscettici che intende smantellare ciò che con fatica si è costruito in tanti anni di lavoro. L’Europa va cambiata, non eliminata dal nostro orizzonte. È il compito che come Pd e PSE ci siamo assunti. E che non mancheremo di realizzare”.