15 Set 2014
Le vicende degli yazidi scampati al genocidio jihadista ha riportato al centro dell’attenzione l’esistenza dei profughi religiosi, cioè di quelle persone che scappano da discriminazioni, persecuzioni e uccisioni provocate dall’intolleranza religiosa. E’ un fenomeno misconosciuto benché coinvolga milioni di persone e provochi tanta sofferenza. E benché riguardi una delle libertà fondamentali dell’uomo, quella religiosa. Nessuna religione può dirsi al sicuro e nessuna religione può dirsi esente dal germe dell’intolleranza. Lo attestano diversi rapporti, come l’ “International Religious Freedom Report”, curato dal governo statunitense.
Nel 2013, secondo questo rapporto, il mondo è stato testimone del più grande spostamento di comunità religiose della storia recente. In quasi ogni angolo del pianeta, afferma, milioni di cristiani, musulmani, indù e di credenti in altre altri fedi sono stati costretti a fuggire dalle loro case a causa delle loro convinzioni religiose.
Un altro rapporto, “European Parliament Working Groups an Freedom of Religion or Belief”, è stato pubblicato di recente dal Gruppo di lavoro sulla libertà religiosa del Parlamento europeo, che individua 25 paesi di «particolare preoccupazione» e 15 «gravi violatori.