LAMPEDUSA: CGIL, IL RICORDO NON BASTA

13 Ott 2014

 

 

“Ad un anno dalla grande tragedia nel mare di Lampedusa la Cgil torna ad esprimere la propria vicinanza e il proprio cordoglio, e ribadisce che ai tanti ‘mai più’ devono finalmente affiancarsi scelte politiche e interventi legislativi, in Italia come in Europa”. Così Vera Lamonica, segretario confederale della Cgil, in occasione dell’anniversario del naufragio che il 3 ottobre del 2013 fece 368 vittime a poche miglia dalle nostre coste.

“Oggi è il giorno del ricordo, dell’indignazione, della vergogna per la fine atroce delle migliaia di persone morte nel Mediterraneo nel tentativo di raggiungere il nostro Paese per scappare dalla guerra, dalla povertà, e costruire per sè e per la propria famiglia un futuro migliore, più dignitoso”. “Ma domani – continua Lamonica – deve essere il giorno dell’azione: non si può più tollerare che tutto rimanga immutato, è necessario cambiare norme e comportamenti”.

Evitare il continuo ripetersi di tragedie come quella di Lampedusa è un obbligo a cui né l’Italia né l’Europa possono sottrarsi. Per questo – sottolinea la dirigente sindacale – occorre mantenere e potenziare Mare Nostrum, che ha salvato molte vite e, con esse, la civiltà dell’Italia”. “Non è pensabile un suo ridimensionamento, così come è assolutamente sbagliato pensare di sostituirla con Frontex plus, operazione dell’agenzia europea che sembra avere come obiettivo la pura sorveglianza delle frontiere e non il soccorso”.

Ma non ci si può fermare al soccorso in mare”. Per Lamonica, come proposto da molte istituzioni internazionali, “è necessario organizzare corridoi umanitari e aiutare i profughi fin dal loro luogo d’origine, permettendo la richiesta di asilo in loco e quindi il loro ingresso legale nei Paesi europei”. “Ed è urgente – continua – una revisione del Regolamento di Dublino, che blocca i rifugiati nel Paese d’arrivo”.

Il governo italiano deve porre questi temi come centrali nell’agenda europea: tutto il continente deve condividere responsabilità ed impegni”. E ancora, “l’Europa deve costruire una politica comune su queste materie, e l’Italia deve fare la sua parte”. “Il nostro paese – prosegue la dirigente sindacale – è e resterà inevitabilmente, per la sua posizione geografica, la porta dell’Europa. Per questo è doveroso costruire una risposta adeguata e strutturale”. Lamonica ricorda che la Cgil chiede da tempo “di passare da una logica dell’emergenza ad un sistema di accoglienza e di integrazione, attraverso un Piano nazionale che coinvolga tutte le regioni e il sistema delle autonomie locali”. Piano che deve affrontare più nodi, anche legislativi, conclude il segretario confederale: “occorrono adeguati provvedimenti in materia di accoglienza e integrazione di rifugiati e migranti e dobbiamo inserire nel nostro ordinamento norme organiche sul diritto di asilo”.

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