NON UNO DI MENO A SCUOLA

13 Ott 2014

 

di Arturo Ghinelli

 

L’anno scolastico è appena iniziato ma già siamo agli episodi di razzismo. In una scuola elementare di Trani i genitori di 4 alunni italiani hanno ritirato i loro figli dalla scuola quando in classe è arrivato il secondo bambino rom. ”Il primo l’abbiamo accettato”, hanno detto alla vicepreside, il secondo proprio no”.

Due fratellini di 6 e 7 anni, che vivono in un campo nomadi, sono stati accolti a scuola e si sono trovati così bene che poco dopo anche un loro cuginetto si è iscritto a scuola ed è stato accolto nella sua classe insieme a uno degli altri due.

Mi hanno chiesto che io cacciassi i bambini rom perchè secondo questi genitori portano malattie e sono sporchi”, ha dichiarato la vicepreside che giustamente si è rifiutata di allontanare i bimbi rom. Perché, ha commentato l’assessore regionale Alba Sasso,” La scuola non si può negare a nessuno” .

Gli articoli 3 e 34 della Costituzione non lasciano adito a dubbi, tutti i bambini devono andare a scuola senza distinzione di razza, sesso o religione. In particolare è fondamentale per i bambini che vivono nei campi rom frequentare la scuola, non solo per superare l’analfabetismo ma anche per fare amicizia con i coetanei e imparare a socializzare con i gagi. L’unico modo questo per contribuire a porre fine all’eterna lotta tra nomadi e sedentari che ha segnato fin dall’antichità la storia delle diverse civiltà umane.

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