12 Nov 2014
E’ stato presentato nei giorni scorsi il XX Rapporto sulle migrazioni della Fondazione Ismu, del quale parleremo più diffusamente sul prossimo numero della rivista.
La novità del XX Rapporto c è la ricostruzione della dinamica del fenomeno migratorio che negli ultimi due decenni ha visto crescere la popolazione straniera da 500mila (regolari) a 5 milioni e mezzo di unità (regolari e non). Nel corso di questi vent’anni la presenza dei migranti si è consolidata stabilizzandosi: si è passati infatti da un’immigrazione legata a motivi di lavoro a una immigrazione per motivi familiari. Dal 2013 poi è esploso il fenomeno degli sbarchi, che ultimamente sono diventati sempre più numerosi. Negli ultimi quattro anni infatti abbiamo assistito, da un lato, a una forte diminuzione (causata dalla crisi economica) dei flussi in entrata legati ai permessi di soggiorno e, dall’altro, a un aumento dei migranti che approdano via mare in fuga dai loro paesi in difficoltà.
Dal 1° gennaio al 15 ottobre 2014 i migranti sbarcati in Italia hanno toccato la cifra record di quasi 150mila unità, numero più che triplo rispetto a quello degli sbarcati nel 2013 (43mila) e più che doppio rispetto al valore del 2011 (anno in cui si era registrata la cifra di 63mila arrivi a seguito delle primavere arabe).
Ma alcune recenti ricerche mostrano che le mete preferite dei migranti che approdano via mare sulle coste italiane sono la Svezia e la Germania, e in generale il Nord Europa. Tutto porta a pensare quindi che ci troviamo di fronte a una nuova dinamica migratoria: l’Italia, dopo essersi trasformata da paese di emigrazione a paese di immigrazione, adesso si trova al centro di complessi flussi di immigrazione, emigrazione e transito.