CITTADINANZA: NUOVA PROCEDURA. MODENA LA SPERIMENTA PER PRIMA

28 Gen 2015

 

Il Ministero dell’Interno sta per introdurre un modo nuovo di richiedere la cittadinanza italiana. Dal mese di aprile 2015, per inviare la richiesta, occorrerà collegarsi ad un’area riservata sul sito del Ministero dell’Interno e registrarsi per inviare i propri dati e tutti i documenti richiesti in formato elettronico. Sperimentalmente inizieranno alcune Prefetture e poi la nuova procedura verrà estesa a tutta Italia. La prima Prefettura che proverà l’applicativo sarà quella di Modena, dove è stata sospesa la prenotazione degli appuntamenti per la consegna delle istanze.

Il ricorso all’informatica per velocizzare le pratiche è una delle due soluzioni annunciate dal Ministro Angelino Alfano nel mese di settembre 2014 durante un question time alla Camera, come già abbiamo avuto modo di scrivere. L’altra è l’inserimento a livello centrale di 30 operatori in più.

C’è davvero da augurarsi che la nuova procedura elimini gli attuali disservizi. I lunghi tempi di attesa necessari alla prenotazione di un appuntamento presso le Prefetture sono illegittimi e ingiustificati. In molte città si è protestato.

Per fare un esempio, sulla situazione di Firenze sono intervenuti l’Asgi e l’Aduc.

In un documento l’Asgi ha scritto che i ritardi comportano non pochi problemi e nuovi costi per i cittadini stranieri. “I principali documenti che essi devono presentare per avviare la pratica di cittadinanza – certificato di nascita e certificato penale del Paese d’origine- hanno una scadenza di sei mesi dall’emanazione: inoltre essi devono arrivare dal Paese d’origine, venir tradotti e legalizzati dalla Autorità Consolare italiana attraverso una lunga e costosa trafila burocratica. Accade, perciò, che scadano prima dell’avvio della pratica, con ciò determinando anche un danno economico non indifferente per i richiedenti . Inoltre vittime di questa burocrazia infinita risultano essere anche i bambini, figlie e figli dei cittadini stranieri che fanno la richiesta di diventare cittadini italiani e che rischiano di veder compromessi i loro diritti – in primis quello di acquistare a loro volta la cittadinanza italiana quando conviventi con il genitore divenuto italiano – e di continuare a vedersi identificati da un permesso di soggiorno che assegna loro più ostacoli nella vita quotidiana come l’impossibilita’, a volte, di poter viaggiare all’estero con i propri compagni di classe”.

L’ADUC ha osservato rispondendo ad un utente arrabbiato: “…non è pensabile che una mera disposizione organizzativa, tutta interna alla Prefettura di Firenze, possa legittimamente impedire a quei soggetti che si ritengono titolati, di depositare l’istanza, come la legge invece prevede, senza condizioni se non quelle attinenti al merito dei requisiti. La discrezionalità amministrativa che l’amministrazione si vanta di avere, attiene al merito del provvedimento finale di concessione, non certo può riguardare l’atto di ricezione dell’istanza stessa.  In terzo luogo, lo slittamento della data di presentazione ha un chiaro effetto elusivo della normativa specifica in materia di durata massima del procedimento, che è di 720 giorni. E’ evidente, infatti, che al tempo della istruttoria già lungo (due anni) non può non aggiungersi quello che passa dalla prenotazione al dì del deposito dell’istanza. Ma poiché i tempi, secondo legge, decorrono dalla presentazione dell’istanza, la Prefettura fiorentina adotta un escamotage, per non incorrere in responsabilità previste dalla legge 241/90 sul procedimento amministrativo. Legge, quest’ultima, che appare violata sotto numerosi profili, ed in particolare nella sua prima parte attinente ai principi ed alle responsabilità dirigenziali. Mi pare che ci siano gli estremi per dichiarare illegittimo il comportamento dell’amministrazione su descritto, dei funzionari responsabili del procedimento, anche per l’omissione di atti doverosi del proprio ufficio”. La Prefettura di Firenze, peraltro, non consente l’invio delle istanze per raccomandata, la quale è comunque un’alternativa considerata rischiosa dagli utenti: in caso di smarrimento dei documenti, alcuni dei quali costosi in termini di tempo e di denaro, come si fa a dimostrare di averli allegati?

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