ISTAT. GLI ULTIMI DATI DEMOGRAFICI

24 Feb 2015

 

ISTAT. CALANO LE NASCITE DA MADRI SIA ITALIANE CHE STRANIERE

Secondo gli ultimi dati Istat, nel 2014 le nascite sono stimate pari a 509 mila unità, circa cinquemila in meno rispetto al 2013, il livello minimo dall’Unità d’Italia. I morti sono valutati in 597 mila unità, circa quattromila in meno dell’anno precedente. Ne deriva, per l’ennesimo anno consecutivo dal 2007, una dinamica naturale della popolazione di segno negativo di 87 mila unità. Si conferma la tendenza degli ultimi anni che vede progressivamente dilatarsi la forbice tra nascite e decessi: da -7 mila unità nel 2007, a -25 mila unità nel 2010, fino a -86 mila nel 2013.

Nel 2014 la stima del numero medio di figli per donna è pari a 1,39, come nel 2013. Dopo la fase di timida ripresa dello scorso decennio – con un massimo di 1,46 figli registrato nel 2010 – la fecondità nazionale è tornata sui livelli pre 2007 (1,4 figli) che la rende ancora distante dalla media dell’Unione europea (1,58 figli nel 2012, fonte Eurostat) e insufficiente a garantire il necessario ricambio generazionale. Nel frattempo, la decisione di mettere al mondo dei figli viene sempre più posticipata, come documenta l’aumento dell’età media delle madri al parto, che si porta da 31 anni nel 2007 a 31,5 nel 2014. Senza particolari differenze rispetto agli anni recenti, nel 2014 si stima che l’81% delle nascite siano avvenute da parte di donne italiane e il 19% da straniere.

La riduzione delle nascite cui si assiste nel 2014 è il frutto concomitante di un analogo comportamento di contenimento riproduttivo da parte sia delle italiane sia delle straniere.

Le nascite da donne straniere, che nel 2012 avevano raggiunto un massimo di 102 mila e che nel 2013 erano scese a 99 mila, nel 2014 sono stimate in 97 mila. Di queste, 72 mila sono state concepite da coppie con partner entrambi stranieri e 25 mila da madri straniere in coppia con partner italiani.

La fecondità delle donne straniere, pur continuando a contribuire concretamente alla fecondità generale, risulta in calo e, per la prima volta da quando viene regolarmente misurato il fenomeno, scende sotto la soglia dei 2 figli per donna, attestandosi a 1,97.

Peraltro, il calo della fecondità delle straniere è stato regolarmente riscontrato dal 2008 in poi.

Il calo è più alto nelle regioni del Nord (2,09 figli per donna) e contribuisce in misura significativa a far sì che in tale area del Paese si abbia il livello generale di fecondità più alto. Le straniere residenti nel Mezzogiorno, anche per una minore presenza di immigrati e per condizioni di contesto meno favorevoli, pur procreando più delle italiane (1,85 contro 1,29 figli per donna), influiscono sulla fecondità generale in misura meno incisiva.

ITALIA MENO ATTRATTIVA PER I FLUSSI MIGRATORI

Secondo gli ultimi dati Istat, l’Italia è Un Paese meno attrattivo per i flussi migratori internazionali. Nel 2014 la stima del saldo migratorio è pari a +113 mila unità, per un tasso migratorio pari al’1,9 per mille, circa un decimo di quello del 2013, anno in cui il saldo migratorio risultò pari a +1 milione 184 mila unità, oltre un milione del quale frutto delle operazioni di revisione delle anagrafi a seguito del confronto con gli esiti del Censimento 2011.

Escludendo dal computo le componenti relative al “saldo migratorio interno” (-0,1 per mille) e al “saldo migratorio per altri motivi” (-0,4 per mille), si stima un saldo migratorio netto con l’estero pari a 142 mila nuovi soggetti, corrispondente a un tasso del 2,3 per mille. Tale risultato, frutto di 281 mila iscrizioni e 139 mila cancellazioni, rappresenta il livello minimo degli ultimi cinque anni, periodo nel quale il Paese vede perdere progressivamente attrattività nei confronti dei flussi migratori internazionali.

La maggioranza dei flussi in ingresso nel Paese (91%) è rappresentata da cittadini stranieri. Le iscrizioni dall’estero d’individui di nazionalità estera risultano, infatti, pari a 255 mila (-8,7% rispetto al 2013), mentre i rientri in patria degli italiani sono 26 mila (-7,3%). Per quanto riguarda le cancellazioni, si stimano 48 mila cancellati stranieri (+9,5% sul 2013), a fronte di 91 mila cancellati di cittadinanza italiana (+10,7%). Ne deriva, pertanto, che il saldo migratorio con l’estero riguardante i soli cittadini stranieri ammonta a +207 mila (-12,1% sul 2013), mentre per gli italiani risulta negativo nella misura di 65 mila unità (+20,2%).

Sul fronte della mobilità interna al territorio nazionale, nel 2014 si stimano circa 1 milione 350 mila trasferimenti di residenza intercomunali, in lieve calo (-2,2%) rispetto al 2013. Le regioni del Mezzogiorno continuano a essere interessate da flussi in uscita superiori a quelli in entrata, registrando in complesso un tasso migratorio interno pari a -2,1 per mille residenti.

Nel 2014 la popolazione residente consegue un incremento demografico dello 0,4 per mille, il più basso degli ultimi dieci anni. In termini assoluti l’incremento è pari ad appena 26 mila unità in più, il che determina una popolazione totale di 60 milioni 808 mila residenti al 1° gennaio 2015.Gli stranieri residenti in Italia al 1° gennaio 2015 sono 5 milioni 73 mila e rappresentano l’8,3% della popolazione residente totale. Rispetto al 1° gennaio 2014 si riscontra un incremento di 151 mila unità.Regolarmente da un decennio si rileva una riduzione della popolazione di cittadinanza italiana, scesa a 55,7 milioni di residenti al 1° gennaio 2015. La perdita netta rispetto all’anno precedente è pari a 125 mila residenti.

AUMENTANO GLI STRANIERI, DIMINUISCONO GLI ITALIANI

Secondo gli ultimi dati Istat, nel 2014 la popolazione residente consegue un incremento demografico dello 0,4 per mille, il ritmo di crescita più basso degli ultimi dieci anni. L’incremento totale è il risultato della somma del saldo naturale (-1,4 per mille), del saldo migratorio con l’estero (+2,3 per mille) e del saldo migratorio interno e per altri motivi (-0,5 per mille). In termini assoluti l’incremento è pari ad appena 26 mila unità in più, il che determina una popolazione totale di 60 milioni 808 mila residenti al 1° gennaio 2015 All’aumento della popolazione straniera si contrappone, come ormai accade regolarmente da un decennio, una riduzione della popolazione di cittadinanza italiana, scesa a 55,7 milioni di residenti al 1° gennaio 2015. La perdita netta rispetto all’anno precedente è pari a 125 mila residenti.

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