30 Mar 2015
Le vittime sono sempre i più deboli. A essere oggetto di violenze e molestie sono più le donne che gli uomini, più gli stranieri che i lavoratori nativi, più i precari che i dipendenti a tempo indeterminato, più i giovani che i lavoratori esperti. A dirlo è il rapporto “Violence and harassment in European workplaces: extent, impacts and policies” realizzato da Mario Giaccone e Daniele Di Nunzio (Associazione Bruno Trentin) per Eurofound, la Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro. La ricerca analizza violenze e molestie sul posto di lavoro in Europa (29 paesi), basandosi su indagini nazionali e sul quinto Rapporto europeo sulle condizioni di lavoro (Ewcs).
Dall’indagine EWCS emergono tendenze divergenti nel tempo: la violenza fisica è in calo, mentre
persistono altre forme di comportamento sociale negativo (CSN). Complessivamente, il 14% dei lavoratori nel 2010 ha segnalato di essere stato oggetto di almeno un tipo di CSN. Le fonti nazionali d’informazione indicano nel tempo aumenti esigui della violenza e delle molestie in tutta Europa, il che è dovuto in gran parte agli aumenti della violenza imputabile a terzi (essendo una percentuale sempre più elevata della forza lavoro a contatto diretto con utenti, clienti, pazienti e studenti). Tuttavia, è difficile trarre conclusioni nette, poiché le diverse forme di violenza possono essere interconnesse tra loro e sovrapporsi, tanto da rendere difficile una loro distinzione.
Dalle indagini condotte a livello nazionale emerge che, in generale, le donne segnalano di avere subito violenza o molestie più degli uomini. I lavoratori di alcuni settori sono inoltre più soggetti a questo fenomeno: nelle occupazioni sanitarie e sociali, nei trasporti e nel magazzinaggio, nonché nei servizi di alloggio e di ristorazione (tutti comparti caratterizzati da una significativa interazione con terzi). In molti paesi, i lavoratori di origine straniera hanno più probabilità di essere oggetto di violenza e di molestie. È più probabile che i lavoratori interinali e gli apprendisti sperimentino questo fenomeno rispetto ai lavoratori con un contratto a tempo indeterminato. La portata del problema varia nei diversi paesi europei: è meno probabile che i lavoratori dell’Europa meridionale segnalino di essere stati oggetto di CSN rispetto a quelli provenienti dall’Europa centrale e dai paesi scandinavi.