SETTORE AUTOTRASPORTI, FRA I PIÙ ESPOSTI A IRREGOLARITÀ E INFILTRAZIONI. ACCELERARE SUL “CHE FARE”

22 Feb 2016 cna, sisma,

Modena, 22 febbraio 2016

È ormai una valutazione acquisita, sia nei più recenti atti giudiziari, che negli ultimi report di Dia, Dna, Autorità Anticorruzione e UIF-antiriciclaggio, che le organizzazioni malavitose anche in Emilia-Romagna si concentrano “…attratte dall’economia emiliana per inserirsi in attività produttive…privilegiando società di costruzione, di trasporti e movimento….”.
Il settore dell’autotrasporto è da tempo al centro delle attenzioni con vertenze e segnalazioni, anche del sindacato, perché quei lavoratori sono particolarmente esposti alle irregolarità più diffuse che vanno dal lavoro nero, ai crescenti rischi per la sicurezza, alle spinte per trasformarsi in false partite Iva o soci di false coop.
A tale proposito, e restando al 1° livello di allarme “di superficie”, basta riflettere sui recenti dati 2015 della PolStrada a proposito delle truffe e irregolarità sui mezzi …per lavorare più in fretta “ma anche per importare la nuova e sospetta” esterovestizione” dei mezzi.
Tutte molto simili le province della regione, basta perciò soffermarsi sui dati modenesi: 2.097 le violazioni gravi delle ore di guida, di manomissione degli strumenti e altre falsificazioni. Il tutto si traduce in supersfruttamento e gravi rischi per chi ci lavora, ma anche per il cittadino che gira sulle strade. Oltre che palese concorrenza sleale ai danni delle imprese regolari.
Ma questi sono segnali, pur preoccupanti, di una distorsione di superficie per un settore di attività ben più coinvolto da un affarismo malavitoso che ricicla ed investe nelle imprese, nei parchi automezzi, per infiltrarsi nei cantieri, nella rete della nostra economia e che offre facili collegamenti e mezzi per i traffici internazionali.
Tutto ciò confermato in questi giorni dagli esiti di grosse operazioni giudiziarie, come l’inchiesta “zarina” della Dda-Bologna e dell’operazione “pandora” dell’antimafia calabrese, con l’evidenza degli intrecci mafiosi in attività illecite di imprese che operano anche in queste province: la Gmp srl, la Pugliese Trasporti, l’Autotrasporti Emiliana, la Vito, ecc…
E nelle 1.400 pagine che aprirono il fascicolo Aemilia, è noto che fra le 311 imprese citate – che non significa poi imputate – sono parecchie quelle dell’autotrasporto.
Che questi “arrivi” non siano casuali, trova sostegno nelle segnalazioni ed allarmi esplicitati negli ultimi anni, anche dalla Cgil, e confermati dai controlli già più efficaci in Emilia, specie dopo la stretta dell’immediato post-sisma col filtro delle White list che ha fermato imprese già entrate nell’emergenza degli sgomberi macerie, come la Ge.Co, la Tibaldi, Eco.Ge, Gama, ecc…
E partì da qui anche la campagna, per troppo tempo sottovalutata, per ripulire l’Albo delle imprese da quelle “ditte fantasma stranamente iscritte ma senza alcun mezzo in proprietà”; cioè imprese prestanome e/o di copertura.
Solo dagli uffici della Provincia di Modena ne furono cancellate ben 345 ed oltre 550 nel reggiano! Un buon lavoro preso di punta, ma che col “superamento” delle province è finito nelle nebbie!
Insomma, un recentissimo passato nostrano, inoltre caratterizzato da operazioni di polizia ed indagini che bloccavano mezzi diretti all’Est Europa, carichi di merce… e di soldi in contanti.
Con le ripetute minacce alla modenese Cinzia Franchini, presidente nazionale della Cna-Fita.
Con il picco dei “reati spia” nel settore, con oltre un centinaio di incendi e sabotaggi ai danni di mezzi e aziende dell’autotrasporto.
Con qui il record nazionale delle coop spurie/fasulle/inattive e prestanome nell’autotrasporto-logistica- facchinaggio che, in attesa di una utile legge nazionale, dovrebbe vedere Unioncamere più impegnata in controlli e sanzioni.
Una realtà attuale ed inedita ma al contempo segnata dalla sostanziale assenza di denunce, come non manca di segnalare la Procuratore Lucia Musti.

Fondamentale ed urgente è perciò il nostro “che fare”, che coinvolga direttamente le istituzioni territoriali, gli organi di controllo, associazioni delle imprese e sindacati dei lavoratori. Con però una urgente modifica nazionale che deve uscire dalle promesse e che introduca decisamente e finalmente un sistema di controllo basato su una Banca Dati Unica del trasporto, che incroci in tempo reale i dati disponibili su società, soci, patrimonio, mezzi e dipendenti.
In Emilia-Romagna e anche con gli  “insegnamenti” dell’emergenza post-sisma, abbiamo lungamente ma seriamente contrattato – Regione, imprese, sindacati – ed uscì all’inizio 2014 una buona legge regionale, con nuove norme per promuovere la legalità nell’autotrasporto-logistica, con procedure più trasparenti per le imprese negli appalti, con l’avvio di un “elenco di merito” per le ditte del settore ed un fondamentale “elenco dei prezzi” da tenere come riferimento nei contratti.
Adesso, con l’ulteriore fase del confronto regionale che porterà entro poche settimane ad un Testo Unico condiviso sulla legalità economica, sarà compito precipuo delle Associazioni delle imprese e dei sindacati, proporre ulteriori e concreti aggiornamenti per impegnare l’intero sistema nel migliore coordinamento dei controlli e gestione credibile degli Albi e rilascio licenze, per un contrasto efficace alle false cooperative ed un più diffuso rispetto delle norme contrattuali di lavoro.
Facendo così da traino ed anticipo per le auspicabili riforme nazionali.
Il sindacato, e lo si capisce, le sue proposte le ha già presentate.

Franco Zavatti, Cgil Modena-coordinatore sicurezza e legalità Cgil Emilia-Romagna

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