Modena, 27 maggio 2016
Stiamo assistendo in questi giorni ad una sequenza di interventi sulla stampa locale dove ci si lamenta del degrado e dell’assenza di interventi sugli immobili di Modena, in particolare nell’area delle ex Fonderie.
La Cgil di Modena lo scorso 8 aprile ha presentato un proprio progetto per l’utilizzo sostenibile e non speculativo della finanza a favore della riqualificazione del territorio.
“Alla presenza degli esperti in materia e delle istituzioni – affermano Tamara Calzolari segreteria Cgil e Giovanni Mazzoni Fisac/Cgil – abbiamo messo a disposizione della città una concreta possibilità di integrazione delle risorse esistenti, per poter realizzare ristrutturazioni, riqualificazioni e riconversioni immobiliari con finalità sociali, sia che si parli di immobili “istituzionali” (Fonderie, caserma Fanti, caserma Garibaldi, passante ferrovia) che di patrimonio immobiliare residenziale ad uso privato, centro o periferia”.
“Non possiamo che ribadire – continuano i sindacalisti – come il nostro intento sia stato e continui ad essere concreto e pratico”, infatti si possono fare interventi conservativi e di riqualificazione integrando le risorse pubbliche con strumenti finanziari che non mettono in pericolo il capitale del potenziale investitore e permettono di conseguenza l’intervento richiesto.
Ci si può rivolgere sia ad investitori istituzionali (banche, fondi pensione, fondazioni…) sia ad investitori privati, tutti interessati ad un guadagno non speculativo e a contribuire al miglioramento urbano di Modena.
“Siamo, quindi, disponibili a riprendere in mano le fila del discorso, per provare a passare dalla denuncia alla progettazione di una soluzione” ribadiscono i sindacalisti.
Lanciamo una proposta alla città: perché non provare a pensare a qualche progetto concreto di riqualificazione urbana sperimentando strumenti finanziari che hanno funzionato in altre realtà locali?