11 Lug 2016 castelfrigo,
Modena, 11 luglio 2016
I dati ministeriali più recenti sulla vigilanza ispettiva dentro le cooperative “spurie” confermano l’ampiezza delle irregolarità e le forti preoccupazioni sui rischi di legalità.
È un fronte da tempo aperto ed illuminato con particolare attenzione e fermezza anche dal sindacato.
La falsa cooperazione – diffusa in settori notoriamente a rischio del trasporto, facchinaggio, alimentare, sociale e non solo – oltre ad affossare gli scopi mutualistici e costituzionali dell’impresa condivisa, fa spregio crescente dei diritti dei lavoratori, attiva canali di mascheramento ed infiltrazioni, oltre che di grave concorrenza sleale con le imprese pulite.
Impressionano i dati ufficiali ed attualissimi, relativi alle “ispezioni effettuate nel primo trimestre 2016“.
A livello nazionale, su 937 cooperative ispezionate, ben 471 sono risultate censurabili. Una su due!
In forte crescita anche i rilievi di natura penale.
Sono emersi quasi 4.000 lavoratori irregolari, buona parte in totale nero. Raddoppiano le “diffide” per il recupero dei salari per i lavoratori sottopagati: ben 1.160 provvedimenti nel solo primo trimestre.
Un incremento preoccupante che non risparmia nessun territorio, Emilia Romagna compresa.
Anche per questo, uno dei centri focali del Testo Unico Regionale sulla legalità, in corso di definizione nell’iter dalla assemblea legislativa, affronta non a caso la “promozione della responsabilità sociale delle imprese”.
In primis, non potrà mancare il filone delle cooperative, del loro monitoraggio con particolare riferimento ai settori più interessati ad appalti e subappalti, al rispetto delle norme di sicurezza e regolarità contrattuale per i soci/lavoratori e la promozione di forme di “coordinamento con i servizi ispettivi al fine di determinare modalità omogenee ed efficaci nella definizione degli elenchi di imprese da ispezionare…”.
Un lavoro regionale necessario, sopratutto per dare avvio, impulso e coordinamento agli “Osservatori sulla cooperazione” che le Direzioni Provinciali del Lavoro avrebbero da tempo dovuto attivare col coinvolgimento diretto delle tre Centrali cooperative e Cgil-Cisl-Uil territoriali.
Il “mandato”ministeriale per questa utile rete di tavoli provinciali è stato, sulla carta, sollecitato e ribadito nel marzo 2015 ed ancora nel marzo 2016 ma, di fatto, in ognuna delle nostre province non sono ancora operanti.
A partire dai territori più frequentati e ricchi di reti di imprese cooperative, come Modena, Reggio, Bologna, Ferrara e Romagna.
Territori che con orgoglio accompagnano la vita di centinaia di buone cooperative.
Orgoglio per la coop Sicrea di Mdoena e Reggio Emilia, che con la giusta coerenza e sacrifici sta riportando legalità nel settore delle costruzioni.
Tante buone pratiche aziendali che però convivono, anche da queste parti, con pessimi e crescenti esempi di altro mondo:
– in questi giorni di luglio, si apre a Modena il processo ad una coop di logistica e facchinaggio per false fatturazioni e operazioni economiche inesistenti;
– fresca la notizia del processo modenese alla coop Promotech coinvolta in falsi corsi di formazione;
– allarme sindacale per la sentenza del Tar di Parma che rischia di aprire scenari devastanti per gli appalti nei servizi scolastici;
– da mesi ci scontriamo con l’iceberg dell’utilizzo sfrenato di coop spurie intorno alla vicenda della macellazione in generale,vedi vicenda Castelfrigo;
– non scordiamo la coop “sociale” operante in almeno due comuni modenesi, che fa pagare almeno 1.500 euro ai lavoratori per essere “assunti”;
– la triste ed incredibile vicenda dei lavoratori in nero di una strana coop modenese, rinchiusi in cella frigo per sfuggire ai controlli;
– di queste ore, i ricatti e l’espulsione della quarantina di lavoratori della cooperativa Global Services, perché “sgraditi e troppo sindacalizzati”: lamentano le 220 ore/mese e pagate solo 100 in busta paga perché proprio non capiscono che “…l’importante è lavorare”, pretendono di essere considerati “soci” della coop e denunciano i ricatti continui.
Insomma, supersfruttamento evidente e nemmeno simulato, truffe fiscali e casse con fondi neri buoni da riciclare, prepotenza e ricatto fuori da ogni norma, e guai seri se si va al sindacato!
Ritorniamo ad insistere perciò sul “mandato” ministeriale – concordato con Sindacati e Centrali Cooperative – ben chiaro nella sua utilità concreta, che affida agli attesi Osservatori Provinciali alcuni obiettivi necessari: rendere più efficaci i controlli ispettivi sulla regolarità per soci e lavoratori; contrasto alle forme di interposizione di manodopera e dumping sociale; regolarità degli adempimenti fiscali e contributivi; esaminare le segnalazioni e/o denunce e casi di possibile corruzione; riunirsi “ogni trimestre” per verificare ed aggiornare l’attività di “buone prassi per la prevenzione di legalità”.
Chiaro e più che sufficiente. Si deve partire!
Il sindacato è pronto da tempo.
Franco Zavatti, coordinatore sicurezza e legalità Cgil Emilia-Romagna