11 Lug 2016 slc,
Castelvetro (Modena), 11 luglio 2016
B.R. lavoratrice della Mmvi, azienda che svolge attività di call-center per Artcodex di Castelvetro di Modena, è stata licenziata in tronco nelle scorse settimane al rientro da un periodo di malattia.
La motivazione comparsa sulla lettera di licenziamento che l’azienda ha consegnato alla lavoratrice, è per soppressione del posto di lavoro. La lavoratrice, dipendente di Mmvi sin dagli albori, è stata liquidata con poche parole: “da questo momento non fai più parte della famiglia”.
“Si tratta di un atto illegittimo – afferma Marcello Rosvich della Slc/Cgil – che siamo intenzionati a impugnare perché la motivazione non sta in piedi, visto che ci sono almeno 5/6 dipendenti che svolgono la stessa mansione di call center”.
Inoltre, la Slc/Cgil è convinta che la lavoratrice sia stata licenziata per la vicinanza al sindacato e per aver fatto valere i propri diritti, anche tramite il sindacato, più volte in passato.
Ad esempio, sono state fatte diverse rimostranze soprattutto per i ritardi nei pagamenti degli stipendi, visto che dal 2014 si verificavano puntualmente mancati pagamenti per la maggior parte dei dipendenti, e quindi anche per B.R. Solo su sollecitazione del sindacato venivano poi erogati di volta in volta degli acconti in modo unilaterale e “siamo a conoscenza – aggiunge Rosvich – che questi acconti non venivano fatti in maniera equa, cioè di importo uguale o per tutti i dipendenti”.
La Slc/Cgil è poi venuta a conoscenza, durante le assemblee sindacali tenute fuori dall’azienda, che in passato, le lavoratrici (in alcuni casi sole con figli a carico) sono state messe di fronte a demansionamenti e a scelte unilaterali dell’azienda che le hanno spinte anche al licenziamento.
“In Mmvi e nella stessa committente Artcodex (aziende che stranamente operano negli stessi locali) – continua il sindacalista della Slc/Cgil – negli ultimi anni si sta instaurando un clima di autoritarismo, che temiamo possa portare alla cinesizzazione delle condizioni di lavoro”. Un clima che certamente stride con l’immagine esterna di Artcodex, azienda leader nel campo dell’alta editoria che si occupa principalmente di riproduzione di antichi manoscritti in edizione faximilare rivolgendosi ad un pubblico di nicchia.
Questi timori del sindacato trovano purtroppo conferma nel fatto che a maggio è andata deserta l’assemblea sindacale convocata sulla Carta dei Diritti Cgil e solo successivamente quando il sindacato ha convocato l’assemblea fuori orario di lavoro, c’è stata ampia partecipazione.
La Slc/Cgil chiede perciò alla proprietà di aprire un tavolo serio di confronto per tutelare al massimo la lavoratrice licenziata e per discutere le condizioni generali di lavoro.
In caso contrario, il sindacato si troverà costretto a mettere in campo tutte le azioni sindacali e legali che riterrà più opportune.