LA CGIL SCUOLA DENUNCIA GLI EFFETTI DISASTROSI DEI TAGLI AL PERSONALE DOCENTE E ATA DI SCUOLA E UNIVERSITÀ

18 Lug 2008

Modena, 17 luglio 2008

 

Il piano triennale della manovra finanziaria varato dal Governo con il Decreto Ministeriale 112 del 25 giugno 2008 porterà effetti catastrofici per Scuola, Università e Ricerca sul fronte dei tagli al personale docente e ATA.

E’ il grido di allarme lanciato dal sindacato FLC/CGIL di Modena che stasera chiama a raccolta (ore 20.30 – piazza Cittadella 36) il proprio Comitato Direttivo aperto a tutti gli iscritti per sensibilizzare in merito alle gravissime ricadute, anche nella realtà modenese, del consistente taglio di personale previsto nei prossimi tre anni.

Considerato che in Italia si spende già il 2% in meno del PIL rispetto agli altri Paesi europei e che, negli ultimi dieci anni, la spesa per ricerca, scuola ed università si è ridotta progressivamente in rapporto al totale della spesa pubblica, sarebbe stato necessario proporre una finanziaria di investimenti e di valorizzazione dei settori della conoscenza come molla per il necessario ed urgente sviluppo del paese. Così non è avvenuto.

Si è proceduto invece tramite decreto, a ridosso dell’estate, senza confronto e dibattito approfondito nel Parlamento e nel Paese, a definire un piano pluriennale di significativi tagli e risparmi in tutti i settori della conoscenza, con particolare gravità nella scuola e nell’università.

In particolare nella scuola i risparmi previsti si ottengono attraverso l’aggressione ai punti di qualità del nostro sistema scolastico: tempo scuola, scuola primaria con il possibile ripristino del maestro unico, educazione degli adulti. E ciò attraverso il taglio di 100.000 insegnanti, e quindi un aumento del numero di alunni per classe, e di ulteriori 43.000 ATA, nonché il taglio indiscriminato di classi, discipline e servizi, oltre ad una riforma degli ordinamenti nella secondaria pensata esplicitamente per il risparmio, senza alcuna valutazione di impatto né alcun bilancio di qualità.

I tagli al personale docente porteranno nelle regioni del Nord, e in province come quella di Modena che da anni registrano un aumento costante della popolazione scolastica anche per effetto dell’immigrazione, ad aumento spropositato di alunni per classi. Secondo stime del sindacato potremo avere classi assai numerose in tutti gli ordini di scuola (dall’infanzia, alle elementari, alle medie e superiori) anche di oltre 30 alunni e con picchi persino di 35 studenti, con effetti devastanti sulla qualità dell’offerta didattica e formativa.

Il ripristino del maestro unico nella scuola elementare, significa smantellare organizzazioni pedagogico-didattiche di eccellenza per la nostra città e la provincia di Modena, quali il tempo pieno alle elementari (richiesto dall’80% delle famiglie) e il tempo prolungato alle medie.

Anche il taglio al personale ATA porterà effetti negativi a cominciare dalla totale mancanza di collaboratori scolastici per garantire la sorveglianza negli edifici scolastici, già oggi notevolmente ridotta. La riduzione dei bidelli apre inoltre la strada all’esternalizzazione dei servizi di pulizia e sorveglianza, con l’affido a personale che non avrà la medesima formazione del personale della scuola pubblica.

Gli uffici di segreteria delle scuole, già caricati di competenze che in passato spettavano al Provveditorato, vedranno la diminuzione di personale di ruolo, l’aumento di quello precario e un forte turn-over con conseguenze sui tempi per l’espletamento delle pratiche (ricostruzioni di carriera, graduatorie personale, ecc…) e impossibilità di adeguata formazione del personale amministrativo.

La forte limitazione alla stabilizzazione del personale precario nell’Università e negli Enti di Ricerca avviato con le due precedenti leggi Finanziarie, bloccherà le possibilità di assunzioni e avrà come effetto quello di perpetrare le forme di lavoro precarie (collaborazioni, assegni di ricerca, contratti a tempo determinato, ecc…).

Inoltre, l’introduzione della possibile trasformazione degli Atenei in Fondazioni con il relativo processo di privatizzazione, finanziato con risorse pubbliche, rappresenta un attacco alla possibilità di mantenere nel nostro Paese un luogo di ricerca e didattica libero come prevede la Costituzione. E’ esplicito l’attacco ai diritti contrattuali del personale tecnico ed amministrativo e grave la riduzione dei finanziamenti ordinari agli Atenei, nonché il taglio degli scatti ai docenti.

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