I DATI DI FERRAGOSTO DEL MINISTERO DELL’INTERNO CON IL PESO DEI BENI ED AZIENDE CONFISCATI IN EMILIA ROMAGNA

07 Set 2016

Modena, 7 settembre 2016

È tradizione del Viminale, a ferragosto di ogni anno, fare il punto con i dati effettivi in merito all’anno di attività del Ministero dell’Interno, in materia di sicurezza e legalità.
Dati interessanti per l’intera società e che per alcuni aspetti fondamentali incrociano l’attività, le proposte e le forti pressioni dei sindacati confederali e dei sindacati di polizia.
Un anno – dal 1° agosto 2015 al 31 luglio 2016 – che registra infatti risorse per 1,16 Md impegnati per il rinnovo contrattuale del personale di polizia, per oltre 1.820 nuove assunzioni di agenti, un po’ per la formazione ed il rinnovo delle attrezzature, oltre che per il discutibile “bonus” per gli addetti dei corpi di sicurezza, soccorso e difesa.
Dei tanti dati relativi alle diverse attività operative e riportati nel report ferragostano del Viminale, ci soffermiamo sui risultati registrati nella lotta alle mafie e criminalità economica organizzata, con un dato che si conferma pesante per l’Emilia Romagna.
Infatti, nell’anno considerato, nella nostra regione è partita la grande macchina del maxiprocesso Aemilia e con già agli atti le prime significative sentenze di condanna per le decine di imputati che hanno scelto il rito abbreviato.
La mappatura ministeriale dell’ultimo anno sui “beni sequestrati” (in allegato) vede la nostra regione al 6° posto nazionale – con n° 499 sequestri per un valore di 225 milioni – e secondi, dopo la Lombardia, fra le 11 regioni a nord della capitale. A questi si sommano n° 97 beni confiscati in via definitiva.

Interessante aggiungere altri dati, recuperati dal progetto europeo “Icaro-EU” da cui emerge che:
“…i sequestri delle imprese in Emilia Romagna denotano una forte intrusione nella economia della regione, trattandosi di settori che descrivono esattamente quel sistema produttivo regionale, in netta distinzione con la media nazionale…il 29% delle aziende sequestrate si occupa di attività immobiliari (media nazionale 8%) e, addirittura, l’11% di attività finanziarie, contro una media nazionale dell’1% “.
Ciò conferma la stretta necessità di riflettere meglio sui dati provenienti da altre fonti (sempre ufficiali) e che possono aiutare a capire meglio le specificità malavitose in regione.
In particolare, sui nostri “picchi” regionali del lavoro nero/irregolare nel settore immobiliare, appunto, e sul record regionale relativo a “segnalazioni di operazioni finanziarie di sospetto riciclaggio”.
Riciclo e cosche, riconfermati negli atti recentissimi dell’inchiesta “grecale ligure” con le note ricadute modenesi e che, speriamo fortemente, non ricadano sul lavoro dei 17 dipendenti di quella ditta.

Interessante infine guardare la mappatura dei 209 patrimoni e aziende confiscate con la sentenza Aemilia già pronunciata con rito abbreviato a fine aprile:
– n° 25 aziende: 18 a RE, 6 a PR e 1 a MO
– n° 72 appartamenti: 17 a RE, 54 a PR e 1 a MO
– n° 89 box/magazzini: 11 a Re e 78 a PR
– n° 16 terreni a PR
– n° 7 patrimoni non meglio definiti.
Si allarga pertanto l’evidente ed urgente necessità di accrescere la quota dei patrimoni confiscati alle mafie, per la loro rapida riassegnazione ed utilizzo per fini pubblici e sociali.
Questa resta una priorità assoluta,superando storture e lentezze non più sopportabili.
In questo senso, la legge di iniziativa popolare promossa con le firme del sindacato e di Libera, ha aperto un positivo percorso parlamentare che va rapidamente concluso.
Analogamente, anche nella nostra regione si stanno cercando modalità più rapide ed efficaci per la destinazione degli immobili ed aziende sequestrate/confiscate.
E’ un capitolo portante del Testo Unico per la legalità, ampiamente condiviso anche dalle parti sindacali e da tutte le rappresentanze imprenditoriali, che dovrà aprire spazi meglio percorribili attraverso l’indispensabile coinvolgimento e collaborazione fra Tribunali, Istituzioni territoriali, Amministratori giudiziari, organizzazioni delle imprese, del sindacato, del volontariato.
“Buone pratiche” per la legalità? Rafforzare “anticorpi”per l’economia pulita? L’importante sarà realizzare passi utili, concreti e condivisi.

Franco Zavatti, coordinatore sicurezza e legalità Cgil Emilia-Romagna

beni aziende sequestrate. report 15-8-2016

Ministero Interno-Beni sequestrati alla mafia.pdf

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