29 Dic 2016 sciopero, voucher,
Modena, 29 dicembre 2016
La vicenda dei lavoratori a voucher chiamati a sostituire i lavoratori in sciopero del ristorante Flunch ha acceso un riflettore su un fenomeno, quello dei buoni lavoro, che ha ormai raggiunto il livello massimo di degenerazione.
L’enorme diffusione di questo strumento, anche nella provincia di Modena, fa sì che siano tanti i casi di abuso.
Alla fine della scorsa estate la Cgil di Modena denunciò, assieme alla Fiom, il caso di un gravissimo infortunio sul lavoro occorso ad un giovanissimo operaio metalmeccanico pagato a voucher da un’azienda della nostra provincia.
Il lavoratore in questione non era presente in azienda in modo occasionale, ma svolgeva stabilmente da alcuni mesi la sua attività di lavoro presso quell’azienda e ogni settimana riceveva il pagamento in voucher.
Con una particolarità: in alcuni casi il pagamento ricevuto era addirittura inferiore al valore dei voucher, sui quali veniva effettuata una vera e propria “cresta”.
Fenomeno che comunque abbiamo riscontrato anche in altri casi.
Su questa complessa vicenda la Cgil di Modena sta valutando, assieme ai propri legali, le modalità per una vertenza legale.
Altri casi di abuso sono stati segnalati nel tempo da lavoratori che si sono presentati nei nostri uffici.
Abbiamo così conosciuto il caso (analogo a quanto detto sopra) di una associazione che offre lezioni e ripetizioni pomeridiane a studenti, i cui collaboratori – pagati a voucher – percepiscono un compenso orario inferiore al valore nominale dei buoni lavoro: in pratica, anche in questo caso, una vera e propria cresta sui voucher, realizzata attraverso il pagamento in contanti della prestazione di lavoro e con la riscossione dei buoni da parte del datore di lavoro.
Altro fenomeno è poi quello dei voucher utilizzati come strumento (e pretesto) di pagamento per il periodo di prova.
In sostanza, vi sono aziende che anziché assumere il personale con un regolare contratto e rispettare i termini dei periodi di prova previsti dai contratti nazionali di categoria, arruolano lavoratori sostenendo di aver bisogno di verificarne le competenze attraverso un periodo di prova pagato appunto con i buoni lavoro.
In questo modo non vi è nessuna garanzia per il lavoratore e il periodo di “prova” rischia, nei fatti, di durare un tempo indeterminato.
Vale la pena ricordare che nel corso del 2015 in provincia di Modena sono stati venduti 2.560.685 voucher, mentre nei primi 6 mesi di quest’anno eravamo a quota 1.503.729. E che sono utilizzati praticamente in tutti i settori produttivi.
Numeri che fanno prevedere che il dato finale per il 2016 si aggirerà verosimilmente attorno ai 3 milioni di buoni lavoro per la nostra provincia.
Sono numeri e fenomeni di abusi che denunciamo da tempo e che raccontano di lavoratori che pur di avere un reddito accettano condizioni impensabili fino a qualche anno fa, lavoratori che non denunciano per timore di perdere anche quel poco che hanno. Fenomeni che raccontano di un mondo del lavoro ostaggio di scelte politiche e legislative che stanno rivelando tutta la loro dannosità e rappresentano l’ennesima, gravissima, conferma del livello di degenerazione di uno strumento che è ormai diventato il simbolo negativo, il feticcio, della manomissione dei diritti e della dignità del lavoro.
Per questo eventuali interventi sui voucher non possono essere rappresentati da improbabili vie di mezzo: non possono esserci mani di bianco e né operazioni di facciata: il livello è tale da non ammettere mezze misure.
Anche per questo l’impegno sui referendum della Cgil, per arrivare alla cancellazione dei voucher, è sempre più forte e sempre più convinto.
Claudio Riso, segreteria Cgil Modena
Intervista ad Antonio Petrillo, segretario Nidil/Cgil Modena in onda su Radio Capital durante la trasmissione “TG Zero” condotta da Vittorio Zucconi ed Edoardo Buffoni, 11 gennaio 2017