PEGGIORANO ANCORA GLI ESITI DEI CONTROLLI ISPETTIVI NEI POSTI DI LAVORO. IN CALO IL NUMERO DELLE ISPEZIONI, IN CRESCITA IRREGOLARITÀ E LAVORO NERO

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Modena, 9 marzo 2017

 

Il 1° marzo, presente il Ministro del Lavoro, è stato presentato il Rapporto sulla complessa attività ispettiva e vigilanza sulle irregolarità del lavoro nell’intero 2016.
Non ci soffermiamo sulla rilevanza dei dati nazionali, anche se passati nella diffusa e conveniente indifferenza delle Associazioni imprenditoriali e consulenti del lavoro.
Tendenze negative che ricadono pesantemente anche sull’attività ispettiva in Emilia Romagna nella lotta contro il crescente sommerso, truffe, lavoro irregolare e insicuro.
L’anno appena trascorso ha visto l’avvio dell’Ispettorato Unico, col miglior coordinamento operativo fra gli uffici territoriali del Lavoro, dell’Inps e dell’Inail.
Ma senza risorse aggiuntive e, quindi, con gli ispettori attivi in calo.
Non è accettabile che nella presentazione ministeriale si affermi “…a fronte di un numero di interventi ispettivi sostanzialmente in linea col passato, la percentuale delle aziende con irregolarità supera il 63%..” ! La bugia non sta nel dato di ulteriore crescita del lavoro irregolare, ma è bugia tacere/nascondere che negli ultimi anni in Italia il n° degli ispettori è calato di 500 unità e,sopratutto, nel solo ultimo anno 2016 il n° delle aziende ispezionate è calato di ben 14.466, rispetto al precedente 2015 !
Come dire? Non si fa nozze coi fichi secchi!

Così anche in Emilia Romagna gli accessi ispettivi inviati dalle DPL-Direzioni Provinciali del Lavoro sono passati, nel 2016, a n° 11.166 con un calo di 519 sull’anno precedente.
Con il primato negativo in provincia di Modena che vede 164 ispezioni in meno.
Ma la nostra regione purtroppo sale in classifica.
Siamo giunti al 4° posto nazionale – dopo Lombardia, Lazio, Campania – per il maggior numero di lavoratori irregolari: n° 7.470.
Il trend emiliano romagnolo delle irregolarità accertate è il più “ripido” in assoluto: era il 53% nel 2014, passato al 58,3% l’anno dopo e 62,7% l’ultimo anno !
Con picchi modenesi che sfondano le medie regionali nei settori del trasporto e magazzinaggio con 85,26% (!!) di irregolarità, poi l’attività immobiliare col 66,7% e l’agricoltura con il 60%.
La sorpresa emiliana e modenese diventa sconcerto e rabbia, con il lavoro nero ed irregolare in settori sensibili e socialmente delicati: sanità ed assistenza privata con 73%, istruzione con 83% (!!) ,attività professionali con 66,8% di irregolarità.

Dati allarmanti ancora troppo sottovalutati, di cui nessuno/pochissimi discutono e valutano sul che fare. Situazioni reali che umiliano cittadini che lavorano e che rimangono nei titoli delle nostre prime pagine locali: “maxievasione contributiva di coop spurie con sequestri per 22 milioni” ; “falsi contratti di lavoro ed assunzioni fasulle” ; “boom di voucher ma cresce il lavoro nero”; “i forzati del mattatoio e del prosciutto”, ecc…
Titoli, vicende ed inchieste che sempre più spesso portano al riciclaggio malavitoso di ingenti risorse.
Basti pensare che nell’anno scorso, l’azione ispettiva ha scoperto e sottratto al nero ed al suo riciclo “…un totale di contributi evasi recuperati di 1,1 miliardi”.

Capitoli del Report ispettivo 2016 che invece dovrebbero essere valutati in ogni consiglio comunale:
– In regione,i lavoratori vittime di “violazioni accertate” sono stati 7.470, con ben 3.322 in totale nero, con le province peggiori nell’ordine: BO, RE, MO, RN…
– Siamo 5° in regione in Italia per i casi di “interposizione illegale di mano d’opera“, anche caporalato, arrivando a 1.097 denunce effettuate – con +254% – e con le province più responsabili che sono BO, PR, MO, RE…
– In crescita le violazioni lavorative così gravi da assumere “rilievo penale“: ben 1.605 nel biennio emiliano romagnolo con, nell’ordine PR, BO, MO, RA…
– Si aggrava il picco delle “false cooperative” di servizi per le imprese, con appalti illeciti e/o affitto abusivo di lavoratori, per l’80% non aderenti alle storiche centrali coop.
– Il Report per la prima volta segnala che nel corso delle ispezioni, emergono sempre più imprese che “applicano contratti di lavoro sottoscritti da sindacati non rappresentativi“. Cioè sindacati di comodo nel 20% dei rilievi !
– Purtroppo, per un numero crescente di imprese e consulenti, è in aumento la “scommessa” per tentare il lavoro irregolare. Se poi scoperti dai controlli ispettivi (in calo), converrà accedere alla “conciliazione monocratica” per coprire i crediti a favore dei lavoratori colpiti. I dati confermano che l’Emilia Romagna è seconda regione, dopo Calabria, ad aver visto l’uso imprenditoriale di ben 1.146 conciliazioni nell’ultimo anno.

Come ben si vede, una rassegna di temi pesantissimi che caratterizzano in negativo il mondo del lavoro anche in questi nostri territori.
Temi che appartengono alla quotidiana vertenzialità sindacale e, in buona parte, all’oggetto del prossimo referendum su appalti e voucher.
Appare urgente la necessità di attivare tavoli di confronto territoriali, per analizzare, finalmente, dati così inaccettabili per il buon lavoro, per l’impresa pulita e per le istituzioni locali.
Franco Zavatti, coordinatore legalità e sicurezza Cgil regionale ER

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