Modena, 8 agorsto 2008
Nei giorni scorsi, sulla stampa locale e nazionale, abbiamo letto articoli che magnificano ed esaltano l’ “invenzione” dei voucher in agricoltura per il lavoro occasionale ed accessorio. Oltre a confermare l’assoluta contrarietà della FLAI CGIL per questa normativa, perché con un “carnet assegni” si cerca di demolire anni di conquiste e di diritti dei lavoratori, cerchiamo di entrare nel merito per dimostrare che questa “genialata” dei voucher è tutto tranne che conveniente per i lavoratori.
Da evidenziare che, per ora, il lavoro occasionale ed accessorio è riconosciuto solo per le attività di vendemmia e solo se effettuato da studenti con meno di 25 anni e pensionati. Provvedimento, per ora sperimentale fino alla fine del 2008, ma che sicuramente cercheranno di ampliare ad altre attività lavorative. Bisogna ricordare che, qualcuno, sia della maggioranza che dell’opposizione parlamentare, ambiva ad applicarlo a tutte le attività stagionali e non solo quelle agricole. Desiderio per ora raffreddato dalla pronta reazione delle organizzazioni sindacali.
Il valore del voucher è di 10 euro, al lavoratore ne vanno in tasca, netti, 7,5 euro. Il resto va in contributi all’INPS e INAIL. Letta così può sembrare un affare, se si confrontano le tariffe previste per la raccolta determinate dal contratto provinciale dell’agricoltura appena siglato (6.51 euro orari), ma non è tutto oro ciò che luccica.
Infatti in nell’importo del voucher c’è tutto il concentrato dei diritti dei lavoratori, in particolare quello inerente il salario differito: contributi previdenziali, copertura in caso di malattia indennità di disoccupazione, maternità, assegni familiari ecc… In altre parole quei contributi sono praticamente inutili per la pensione, perché destinati alla gestione separata e, per i lavoratori già in pensione, non possono essere utilizzati per incrementare la pensione stessa. Inoltre se un giovane studente si ammala non ha il diritto al riconoscimento dell’indennità INPS e le giornate lavorative non possono servire per maturare il diritto alla disoccupazione.
Quindi 10 euro orari per retribuire un lavoro che nei fatti viene riconosciuto come un non lavoro. Peccato che stiamo parlando della raccolta dell’uva per produrre rinomati ed eccellenti vini che fanno grande il nostro paese nel mondo. Ma nonostante questo, qualche associazione degli agricoltori, forse non paga di questo succulento regalo del governo, intende quei 10 euro un compenso che va oltre l’ora di lavoro. La FLAI CGIL è convinta del contrario perché nella stessa circolare si fa riferimento a come si è determinato l’importo dei 10 euro, cioè come una media oraria determinata dalle varie tariffe in vigore sul territorio nazionale.
Quindi, oltre all’aberrazione normativa, ci troviamo anche interpretazioni che vorrebbero retribuire il lavoro con importi che diventerebbero poco più che una mancia e, alcuni politici, vorrebbero allargare i voucher ad altre attività! Una pericolosa sperimentazione che dobbiamo contrastare con determinazione e monitorare con molta attenzione
Franciosi Umberto
segretario generale della FLAI CGIL di Modena