I COMUNI INCASSANO RISORSE GRAZIE ALLE SEGNALAZIONI CONTRO GLI EVASORI FISCALI. MA TROPPI MUNICIPI SONO ANCORA CARENTI

26 Set 2017 comuni, evasione fiscale, ires, iva, riciclaggio,

Soddisfazione sincera per il “bicchiere mezzo pieno” degli oltre 3.095 milioni di euro arrivati direttamente nelle casse dei comuni emiliano-romagnoli che, nello scorso 2016, hanno ben onorato un fondamentale senso civico ed istituzionale, segnalando all’Agenzia delle Entrate casi di fondato sospetto di evasioni fiscali, contributive, Iva o Ires, rilevati nei loro territori. Dati già ben ripresi nei giorni passati dagli organi di informazione.

E’ la conferma concreta del ruolo essenziale che possono svolgere i servizi/uffici comunali, in quanto ottimi conoscitori delle luci ed ombre nell’economia dei loro territori, comprese le metodologie e trucchi per evadere il fisco locale e nazionale.

Il sindacato da tempo spinge e sollecita le istituzioni locali a rafforzare e qualificare l’attività dei comuni, contro i truffatori delle tasse, perché quelle illegalità alla fine pesano sui cittadini togliendo risorse ai servizi sociali pubblici.
Significativo, in tal senso, che lo stesso giorno di settembre in cui il Ministero diffondeva i dati con le cifre dei “ristorni” ai comuni segnalanti le evasioni sospette, l’affollata riunione provinciale dei pensionati di Cgil-Cisl-Uil di Modena ha approvato una Piattaforma per la contrattazione territoriale, con un capitoletto proprio dedicato alla rivendicazione di “piani locali” ancor più concentrati e mirati alla “lotta all’evasione fiscale per il recupero sociale di risorse”!
Ma per valorizzare il nostro risultato regionale per gli incassi antievasione – siamo la seconda regione dopo Lombardia – è indispensabile ed urgente valutarne le evidenti criticità e limiti, oltre i meriti, per superarli rendendo più estesa e strutturata la lotta alla pesante irregolarità fiscale.
Senza mai dimenticare che l’attività evasiva strutturale, che crea fondi neri, è premessa di riciclaggio criminale ed investimenti che penalizzano la nostra economia legale. Veniamo perciò al “bicchiere mezzo vuoto” dell’Emilia Romagna.
Il calo progressivo delle somme evase riscontrate e riscosse dall’Agenzia delle Entrate, e poi totalmente restituite ai nostri comuni: dai 6,9 milioni del 2014, ai 4,6 del 2015, fino ai 3.096 dello scorso anno.
Il numero dei comuni che effettuano segnalazioni antievasione passa da 117 al numero tondo di 100. Meno di uno su tre dei 333 municipi in regione!

– Vi sono forti disomogeneità, che andranno spiegate e recuperate, nei nostri territori. Si segnalano 25 comuni sui 47 nella provincia di Modena, con ristorno di 697mila euro; 18 comuni sui 55 di Bologna ricevendo 857mila euro; 15 comuni sui 42 di Reggio Emilia con rientro di 739mila euro; 13 comuni sui 30 di Forlì-Cesena con 179mila; 10 comuni sui 45 di Parma con 68mila euro; 9 comuni sui 18 di Ravenna ricevendo 133mila euro; 7 comuni sui 25 di Rimini per 309mila euro; solo 3 comuni sui 48 a Piacenza con rientro di 69mila euro!
Rapporti numerici che si commentano da sé.
– Risultano “assenze” pesanti ed imbarazzanti per comuni di rilievo. A titolo esemplificativo, nel territorio modenese, spicca l’assenza di cittadine come Vignola, Pavullo, Maranello, San Felice e Finale Emilia.
Pesano evidentemente le crescenti difficoltà nelle risorse ed organici del personale anche per gli enti locali emiliano-romagnoli.
Ma pesa anche una inadeguata sensibilità delle amministrazioni, che evitano le segnalazioni dei loro evasori, che non cercano, o che conoscono ma preferiscono ignorare per inerzia etica, morale o politica/elettorale.

Spingeremo, anche attraverso la nostra contrattazione sindacale territoriale, per la migliore attivazione di strutture/nuclei operativi, sulla trasparenza e sicurezza nei lavori sul territorio, sulla regolarità fiscale, contributiva, patrimoniale e nei cantieri. Spingeremo per far mettere in campo reali incentivi di Stato e Regione, per assunzioni e formazione dedicate a questa attività essenziale.
I comuni – ancor meglio le Unioni Comunali – hanno e possono avere uffici con personale qualificato, dai servizi tecnici alla Polizia Locale, ben capaci di leggere e vedere le realtà distorte.
Basta che i sindaci, le giunte, i consigli comunali decidano presto di ingranare una marcia in più, su questo versante decisivo della legalità economica nei nostri territori. E qualche esempio positivo, di strutture comunali ben dedicate all’antievasione, non manca. Le forze sindacali, le tante organizzazioni civili, sociali, economiche e culturali, ben presenti e radicate nei nostri territori, potranno sostenere e collaborare attivamente coi loro comuni per estendere – nei fatti e non a vacue parole – reali anticorpi di contrasto alle illegalità.

 

Franco Zavatti, coordinatore Cgil ER sicurezze urbane e legalità nel territorio
Pasquale Casadio, responsabile Coordinamento Dipartimento contrattazione territoriale Cgil ER

 

Bologna, 26 settembre 2017

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