09 Ott 2009 fiom, mobilitazione, presidio, sciopero,
Modena, 7 ottobre 2009
Sono centinaia le assemblee nei luoghi di lavoro di Modena e provincia che la Fiom/Cgil sta concludendo in questi giorni in preparazione dello sciopero nazionale di venerdì prossimo 9 ottobre contro il contratto separato, per dire NO ai licenziamenti in tempi di crisi, SI all’estensione degli ammortizzatori sociali e a regole certe di democrazia sindacale per la validazione di piattaforme e accordi.
“Contiamo di portare alla manifestazione a Firenze almeno 1.500 lavoratori e lavoratrici metalmeccanici, molti dei quali attualmente cassintegrati o sospesi dal lavoro” afferma il segretario Fiom Giordano Fiorani, che annuncia ben 30 pullman in partenza da Modena per la manifestazione interregionale nel capoluogo toscano.
In preparazione dello sciopero di venerdì, la Fiom di Modena ha svolto anche diverse iniziative di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, delle forze politiche locali e degli Amministratori pubblici per approfondire i motivi che stanno alla base dell’azione di lotta dei metalmeccanici.
In particolare, lo scorso 28 settembre su tutto il territorio provinciale si sono svolti volantinaggi davanti a tutte le imprese più importanti, nelle mense interaziendali, al mercato di Modena. Inoltre si sono svolti diversi incontri con i Sindaci dei Comuni più importanti della Provincia: Modena, Carpi, Mirandola, Sassuolo, Vignola, Pavullo e Castelfranco.
“In tali incontri – spiega il segretario Fiom – abbiamo sollevato le motivazioni dello sciopero, lo stato della crisi, le preoccupazioni per i prossimi mesi, la necessità di evitare i licenziamenti a fronte di ristrutturazioni aziendali e/o tentazioni di riallineare l’occupazione alla contrazione di mercato, come purtroppo dimostra anche la recente vicenda della Nacco”.
La situazione nello stabilimento metalmeccanico di via Emilia Est è precipitata ieri pomeriggio di fronte all’improvvisa comunicazione ai Sindacati dell’apertura della procedura di mobilità per tutti i 90 dipendenti per cessazione di attività e trasferimento della produzione nello stabilimento di Milano. La Fiom/Cgil, insieme ai lavoratori, ha reagito con lo sciopero e il presidio della fabbrica e ha chiesto un incontro urgente in Confindustria per il ritiro della procedura di mobilità e il ricorso agli ammortizzatori sociali. In attesa dell’incontro, continua lo sciopero ad oltranza e il presidio davanti ai cancelli con il blocco delle merci.
Negli incontri con gli Amministratori pubblici, la Fiom ha anche ribadito la necessità di definire un percorso democratico di validazione delle piattaforme e degli accordi che coinvolga tutti i lavoratori interessati a quella contrattazione.
“Abbiamo affermato – prosegue Fiorani – che ciò che sta succedendo con il contratto dei metalmeccanici è emblematico di un sistema autoritario che per volontà di alcune organizzazioni sindacali minoritarie, Fim/Cisl e Uilm/Uil, esclude i lavoratori dall’esprimersi su ciò che verrà loro applicato in materia di richieste contrattuali”.
“Abbiamo fatto presente che con questa modalità qualsiasi sindaco potrebbe prendere molti voti, avere la maggioranza, ma potrebbe non amministrare”.
Da parte di tutti i Sindaci c’è stata attenzione agli argomenti Fiom, preoccupazione per gli sviluppi della crisi e per le possibili ricadute sul territorio ed in particolar modo è stata sottolineata dagli Amministratori locali la necessità che sul piano della democrazia e della rappresentanza siano assunti orientamenti e leggi che abbiano alla base il coinvolgimento di tutti i lavoratori interessati.
Il Comune di Castelfranco ha espresso la volontà di convocare un Consiglio Comunale aperto sui temi sollevati dalla Fiom. Il Sindaco di Sassuolo si è invece distinto, non assumendo nessun orientamento, ma demandando ad un approfondimento futuro in Consiglio comunale.
Si sono svolti incontri anche con i rappresentanti dei partiti politici – Rifondazione, Sinistra per Modena, Verdi, Socialisti Italiani, PdCI, PD, IdV e PdL. “Solo Lega e Udc non hanno ritenuto necessario incontrarci – commenta Fiorani – e questo credo sia emblematico della loro sensibilità verso i problemi dei lavoratori”.
Anche in tutti questi incontri è stato espresso dai rappresentanti dei partiti grande preoccupazione sulla crisi, la necessità di salvaguardare l’occupazione e le prospettive in particolare delle piccole e medie imprese locali. Tutti i partiti hanno ribadito la necessità che il Paese si doti di una legge sulla democrazia nel mondo del lavoro attraverso il coinvolgimento di tutti i lavoratori nei processi decisionali in materia di contrattazione. “A tal proposito è stato presentato un Ordine del Giorno in consiglio Comunale a Modena da parte di Sinistra per Modena che auspichiamo trovi un largo consenso, anche alla luce delle dichiarazioni emerse in questi incontri”.
La Fiom/Cgil di Modena auspica che tutte queste affermazioni abbiano una conseguenza concreta con prese di posizione anche di fronte ad un eventuale accordo separato. Giovedì 8 ottobre si conclude la serie di incontri istituzionali, con l’appuntamento con il presidente della Provincia di Modena.
Modena, 25 settembre 2009
SCIOPERO NAZIONALE MECCANICI VENERDÌ 9 OTTOBRE, MOBILITAZIONE A MODENA LUNEDì 28 SETTEMBRE
“Contiamo di portare a Firenze almeno 1.500 metalmeccanici modenesi” ha dichiarato stamattina in conferenza stampa il segretario della Fiom/Cgil di Modena Giordano Fiorani in relazione allo sciopero nazionale del prossimo 9 ottobre che prevede diverse manifestazioni interregionali, tra cui appunto il capoluogo toscano.
La Fiom/Cgil ribadisce le ragioni della mobilitazione del 9 ottobre, pur consapevole che uno sciopero in tempo di crisi è un grande sacrificio che si chiede ai lavoratori.
Le ragioni sono il NO al contratto separato, su cui Fim e Uilm stanno continuando a trattare con Federmeccanica, sulla base delle nuove regole della contrattazione del 22 gennaio che la Cgil non firmò allora, e sui cui la Fiom ribadisce la propria contrarietà perché snaturano il ruolo del Ccnl, producono divisione e peggiorano le condizioni e i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori.
“Per di più – spiega Fiorani – Fim e Uilm per rispettare l’accordo del 22 gennaio, hanno disdettato unilateralmente un contratto nazionale non ancora scaduto, che aveva ancora una vigenza di 2 anni e mezzo”. La Fiom rivendica un contratto che rafforzi le condizioni di lavoro per tutti e rifiuta le deroghe peggiorative previste invece dall’accordo del 22 gennaio per motivi di crisi e sviluppo aziendali.
A questo proposito, la crisi nella nostra provincia come nel resto del Paese, non è affatto finita, e nei prossimi mesi il rischio è forte di tentativi da parte delle imprese di riallineare i livelli occupazionali al mercato, attraverso processi di ristrutturazione e ridimensionamento strutturale dell’attività produttiva.
Proprio per evitare che la crisi si scarichi sui lavoratori, fra le altre motivazioni dello sciopero – proclamato dal Direttivo nazionale Fiom a seguito del rifiuto di Federmeccanica a trattare – vi è la richiesta del blocco dei licenziamenti, la qualificazione del sistema industriale, l’estensione degli ammortizzatori sociali per tutti i lavoratori (precari compresi), un piano straordinario di formazione professionale e per la sicurezza sul lavoro. Ancora, la Fiom chiede la sospensione dell’applicazione dell’accordo separato sulle regole contrattuali, un adeguato aumento salariale e la detassazione degli aumenti del Ccnl.
La Fiom chiede anche il rispetto di regole di democrazia per rendere validi gli accordi e le piattaforme solo se approvati tramite referendum dalla maggioranza dei lavoratori interessati. “La nostra piattaforma per il rinnovo del solo biennio economico presentata a Federmeccanica, è stata fatta votare e approvata a metà luglio da oltre 15.400 meccanici in provincia di Modena – aggiunge Fiorani – sicuramente oltre la metà dei lavoratori (sono 30.000 in provincia) ha votato per noi, e considerato il periodo di assenza per ferie e che molti lavoratori a causa della crisi sono sospesi dal lavoro e/o in cassintegrazione, la piattaforma è stata approvata anche da diverse migliaia di meccanici non iscritti Fiom”. “Fim e Uilm, dal canto loro, si sono limitati a riportare le percentuali di approvazione della loro piattaforma da parte degli iscritti, senza dire però l’entità dei votanti”.
Anche per questo, è inaccettabile che Federmeccanica continui il confronto sul contratto senza l’organizzazione più rappresentativa!
In provincia di Modena, per dare qualche cifra, la Fiom conta 675 delegati eletti nelle Rsu, contro i 106 di Fim e i 30 di Uilm. Per eleggere le Rsu attualmente in carica nelle aziende metal meccaniche sono stati coinvolti 23.000 lavoratori, hanno votato in 16.000 (70%), di questi voti il 78% (11.800 voti) sono andati a candidati delle liste Fiom, il 13% (2.000 voti) alla Fim e il 6% (1.000 voti) alla Uilm.
MOBILITAZIONE LUNEDÌ 28 SETTEMBRE
A sostegno delle motivazioni dello sciopero del 9 ottobre, la Fiom di Modena promuove, oltre a centinaia di assemblee fra i lavoratori, una giornata di mobilitazione – lunedì 28 settembre – in tutti i Comuni capo distretto – Modena, Carpi, Sassuolo, Mirandola, Vignola, Castelfranco e Pavullo – con volantinaggio e presidi davanti alle principali fabbriche e in tutti i mercati cittadini.
Sempre lunedì 28 settembre una delegazione Fiom unitamente ad una rappresentanza di delegati sindacali terrà incontri con gli amministratori locali in tutti i Comuni per esporre le rivendicazioni del Sindacato su occupazione e crisi, diritto alla democrazia, no al contratto separato che esclude la più grande organizzazione.
La prossima settimana saranno fissati incontri anche con tutte le forze politiche cittadine di centrosinistra e centrodestra a cui la Fiom ha espressamente chiesto un incontro per esporre le proprie rivendicazioni e per chiedere loro una presa di posizione in merito. “Vogliamo portare una piccola provocazione ai nostri amministratori – dice Fiorani – vorremmo far capire che l’organizzazione sindacale più grande, con il maggior numero di iscritti e di delegati eletti nelle Rsu, non è accettata al tavolo per il rinnovo del contratto. Con regole come queste sarebbe come se i sindaci e gli amministratori che hanno vinto le elezioni, non potessero governare”.
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