30 Set 2009 filcams,
Modena, 30 settembre 2009
Cittanova 2000 dovrebbe diventare “una cittadella dell’innovazione ed un polo per valorizzare le eccellenze di Modena”. Si è recentemente affermato che “le imprese ad alta tecnologia e orientate all’innovazione, il terziario avanzato dell’information technology, i servizi alle imprese, troveranno qui l’insediamento ideale.”
A ciò vanno aggiunti un’infinità di imprese che qui dovrebbero trovare sede: alberghi, centro congressi, banche, un residence, un centro benessere, ristoranti, imprese di produzione musicale e video ecc… Solo in fondo, ma proprio in fondo, si prevedeva nel progetto un tradizionale intervento commerciale, a carattere non alimentare. Difficile peraltro programmare sviluppo alimentare, a pochi passi da GrandEmilia, ed in un territorio già ampiamente saturo
In attesa che decolli l’ambizioso progetto, proprio dal fondo dell’intervento si è deciso di partire. Col parere positivo di tutti gli Enti pubblici coinvolti (Regione, Provincia, Comune di Modena) la Conferenza dei Servizi, convocata lunedì scorso, ha proceduto a ratificare l’intervento.
Sorgerà quindi, come deciso dal Consiglio Comunale nelle ultime sedute della scorsa legislatura, una vasta area (13.000 mq) caratterizzata dalla presenza di tre strutture non alimentari. Bricolage, abbigliamento sportivo, elettronica di consumo, saranno le merceologie – non proprio innovative – proposte ai consumatori.
Nulla da dire sulla correttezza del lungo percorso e sulla legittimità degli atti dell’Amministrazione modenese. Ciò nonostante, voglio esprimere le forti perplessità del sindacato commercio Filcams/Cgil rispetto all’intervento in programma alla Bruciata.
Innanzitutto, va rilevata la difficoltà del Comune di Modena ad adeguare la propria iniziativa ad un contesto profondamente mutato. Anche commercio e terziario sono immersi in una crisi economica che, secondo le analisi di Confcommercio, vedrà il ristabilirsi dei livelli di consumo pre-crisi solo nel 2013.
Oggi a Modena boccheggiano molte strutture commerciali, medie e grandi, che vendono abbigliamento, elettronica, bricolage od altro. Alcune di queste hanno aperto procedure di mobilità per ridurre il personale occupato a tempo indeterminato, dopo aver cessato i rapporti temporanei.
Tessuti commerciali deboli, come quelli presenti nei Comuni di Campogalliano, Soliera, Rubiera, potrebbero risentire assai negativamente di ulteriori aperture commerciali nell’area.
Anche nel Comune di Modena potrebbero registrarsi chiusure. Gli annunciati 150 nuovi posti di lavoro alla Bruciata avrebbero quindi come contraltare – ben che vada – la perdita di almeno altrettanti occupati nelle strutture commerciali medie e grandi.
A Modena sono infinite le aree dismesse da imprese industriali e commerciali che negli anni hanno cessato l’attività. Ovviamente in questa fase stanno crescendo.
Resta quindi difficile comprendere come si possa continuare ad occupare terreno vergine, lasciando la gramigna crescere nei piazzali e tra i capannoni vuoti. Non è condivisibile nemmeno continuare con scelte di insediamento commerciale nelle periferie che fanno crescere a dismisura la mobilità, in un territorio che davvero non ne ha alcun bisogno.
In questo senso sono impressionanti i dati portati lunedì dal Comune di Rubiera, relativamente all’eccessivo traffico sulla via Emilia e al pesante inquinamento causato da quel traffico. Nessuno per cortesia racconti la favoletta del trasporto pubblico. E’ difficile comprare un televisore o un tosaerba e poi portarselo a casa in autobus. Anche con la bicicletta è parecchio complesso, indipendentemente dall’esistenza o meno di piste ciclabili.
Infine, è evidente che nessuno fermerà questo intervento sbagliato. Troppo avanzata è la fase, ed è innegabile il diritto dei proprietari dell’area a costruire quanto legittimamente deliberato dal Consiglio Comunale.
Ciò nonostante non vogliamo rinunciare ad affermare che l’intervento che dà (forse) il via al Progetto Cittanova 2000 è sbagliato, e, oltre a quanto detto, rischia di ridurne ulteriormente le ambizioni a poco più di un contenitore commerciale.
L’auspicio – ottimista, certo – è che almeno questo errore sia utile a riflettere sul nostro insostenibile modello di sviluppo.
Marzio Govoni, segretario provinciale Sindacato commercio Filcams CGIL Modena