13 Mar 2019 appalti, cofamo, contrattazione, contrattazione di sito, cooperative, discriminazioni, evologica, italpizza,
E’ comparsa ieri, sulla bacheca dei lavoratori in appalto in Italpizza, una comunicazione aziendale da parte delle due società appaltatrici, Evologica e Cofamo, nella quale i circa 850 soci-lavoratori sono invitati a recarsi a un “punto d’ascolto” appositamente allestito per “migliorare la comunicazione e discutere di eventuali problematiche personali e lavorative legate alla gestione dei rapporti con le rispettive cooperative di appartenenza”. Lo slogan dell’iniziativa è “Parla… ti ascolto”.
In sé per sé si tratta di una iniziativa sicuramente degna di considerazione, tuttavia ciò che stride e che le fa assumere i contorni della beffa, è che si inserisce in un pesante conflitto sindacale nel quale le cooperative sono state prima sanzionate dall’Ispettorato del Lavoro in materia di retribuzioni, contribuzioni e orari di lavoro, poi contestate dai lavoratori per discriminazione verso chi si iscrive a organizzazioni sindacali sgradite e infine accusate di non lasciare svolgere le assemblee sindacali sul luogo di lavoro e di scegliere unilateralmente i sindacati con cui contrattare. Un recente referendum organizzato dalla sola UIL Trasporti su un accordo sindacale che sanciva l’applicazione del contratto nazionale delle pulizie e scambiava una estrema flessibilità sul lavoro con qualche indennità è stato sommerso di no e di schede di contestazione.
Già dal 2016 le due cooperative di manodopera misero a disposizione del personale per spiegare ai lavoratori le buste paga. Evologica si era addirittura certificata socialmente (SA8000) realizzando quindi sistemi certificati per ascoltare i lavoratori. Dopo due anni, il “servizio” offerto sembra potenziarsi con aspetti personali più profondi, quasi assistenziali. A questo punto i lavoratori in appalto di Italpizza sono i più ascoltati della storia e ci si può chiedere cosa abbiano ancora da dire, forse che con la busta paga non arrivano a fine mese oppure che essere sempre a disposizione dell’azienda rende la vita un po’ dura oppure che hanno paura di essere cambiati di mansione, trasferiti o licenziati qualora esprimano liberamente le loro opinioni. Ora a queste domande risponderà probabilmente qualche persona titolata, forse uno psicologo aziendale.
I lavoratori hanno espresso molto chiaramente ciò che vogliono: salari più alti, tempi di lavoro più certi, libertà sindacali. E lo chiedono all’interno di un sito produttivo che continua a produrre record di ricavi e di vendite. L’ascolto aziendale l’hanno già provato negli anni passati, ora invece vogliono che siano ascoltate le loro organizzazioni sindacali.
Modena, 13/3/2019
Flai Cgil Modena
Intervista di Radioarticolo1.it a Marco Bottura – 14/3/2019
Il volantino aziendale