CPC PAINTING: UN ESEMPIO DI COME LE AZIENDE TENTANO DI INDURRE I LAVORATORI A LICENZIARSI

30 Ott 2009

Modena, 30 ottobre 2009

 

 

 

 

 

Le tre aziende del gruppo metalmeccanico modenese “CPC” (Painting, Modelleria e Compositi), che lavorano per importanti gruppi impegnati nel mondo della velocità (Ferrari e Ducati), conoscono in questi mesi un periodo di crisi. Ma diversa è la loro situazione. Mentre la Modelleria procede regolarmente, la Compositi va in cassa integrazione ordinaria e grazie all’accordo sindacale viene garantito sia l’anticipo del pagamento dell’indennità Inps che una parziale maturazione dei ratei.

Cosa diversa per la CPC Painting. In questa azienda non si raggiunge l’accordo sindacale e fin da subito non si garantiscono i ratei e ci si limita a garantire il pagamento dell’anticipo Inps.

Inoltre durante tutto il periodo della cassa, degli 11 dipendenti l’azienda ne ha impiegati soltanto 3 nonostante tutti e 11 posseggano le medesime competenze.

In questo modo anziché cercare di distribuire equamente il peso della cassa con la rotazione fra tutti, alcuni lavoratori da ormai diversi mesi non rimettono più piede in azienda e campano esclusivamente con gli 800 euro di cassa integrazione al mese. Alcuni che, guarda caso, sono pure quelli che hanno le retribuzioni orarie più elevate.

Nell’ultima richiesta di cassa integrazione poi, l’azienda, non contenta di questa ingiustizia, comunica di non avere più intenzione nemmeno di garantire l’anticipo dell’indennità Inps infierendo così ulteriormente sulle già precarie condizioni di questi lavoratori.

 

La Fiom-Cgil denuncia il comportamento di un’azienda, associata a Cna, che, anziché tentare ogni sforzo per garantire i posti di lavoro ed alleviare il peso della crisi per i suoi dipendenti, ha scelto come strategia quella di mettere una parte di essi in condizioni tali da essere indotti a licenziarsi. Lavoratori che hanno famiglie, mutui e che se già con 800 euro al mese non riuscivano a campare, oggi con la prospettiva di stare mesi senza nemmeno quelli, sono indotti alla disperazione.

 

Dal momento che le associazioni datoriali non paiono particolarmente preoccupate di risolvere situazioni di tal genere, e dato il rischio che di sviluppi di questo genere se ne vedano parecchi nella prossima fase, la Fiom/Cgil chiede alle Istituzioni di mobilitarsi per affrontare questa come altre situazioni di disagio sociale estremo che si stanno sempre più diffondendo anche nella nostra città.

 

 

Paolo Brini, Fiom-Cgil Modena

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