23 Lug 2020 appalti, appalti pubblici, cgil modena, esclusione imprese, fillea, infiltrazioni malavitose, interdittive antimafia, report Dia-Antimafia,
Già nei giorni scorsi i mezzi di informazione hanno riportato e ben sottolineato il quadro oscuro e preoccupante, pubblicato nell’ultimo Report semestrale 2019 della Direzione Investigativa Antimafia – DIA.
Ci limitiamo pertanto ad una sola sottolineatura che riguarda la nostra imprenditoria emiliano-romagnola ed ancor troppo estranea dal riflettere sulla pesantezza di questi dati, e che riguardano la crescente “esclusione” di nostre imprese, per cause di sospette infiltrazioni criminali.
Il capitoletto del report che riguarda la situazione malavitosa nella nostra regione, si apre proprio (pag. 540) considerando che il sistema utile delle “…interdittive antimafia e white list, da strumento di controllo delle imprese, sono diventate un virtuoso strumento di garanzia, utile a preservare il tessuto imprenditoriale sano, dalle infiltrazioni criminali…Imprese perciò che vengono estromesse dalle gare di aggiudicazione di lavori/appalti pubblici “.
Valutazioni legate agli esiti concreti che purtroppo si riscontrano continuando lo sfoglio della relazione DIA che (pag. 706) riporta il riepilogo dell’intero anno 2019 per le “interdittive” alle ditte, emesse in ogni regione.
L’Emilia Romagna è pesantemente ai primi posti.
Dopo Sicilia, Calabria e Campania – capitali di Cosa Nostra, Ndrangheta e Camorra – c’è in primis la Lombardia e subito dopo le nostre province dell’ Emilia Romagna.
Un quadro imprenditoriale molto preoccupante e che si teme peggiorerà nella salita per l’uscita dalla terribile crisi portata dal virus.
Proprio per queste pesanti preoccupazioni, anche nell’incontro dei giorni scorsi in Regione, al tavolo della “Consulta Regionale per la legalità”, tutte le organizzazioni sindacali confederali Cgil, Cisl e Uil hanno proprio insistito – tra le alcune priorità poste – sulla necessità di una crescente attenzione al sistema dei nostri appalti pubblici ma, perchè no? anche nei lavori privati: non mollare sul rispetto delle norme contrattuali per il lavoro regolare e sicuro; ridurre l’eccessiva frantumazione – anche in Emilia Romagna – delle stazioni appaltanti pubbliche; e basta con i lavori assegnati col “massimo ribasso“.
Deludente e preoccupante invece la prioritaria insistenza di Confindustria, presente a quel tavolo regionale, sulla sburocratizzazione…cioè, ridurre i troppi controlli e verifiche ?!
Franco Zavatti, Cgil Modena e coordinamento legalità Cgil Emilia Romagna
Modena, 23/7/2020
Le relazioni semestrali della DIA – Direzione Investigativa Antimafia