28 Set 2023 cgil modena, infortunio lavoro, malattia professionale, morti sul lavoro, salute sicurezza,
La situazione nel nostro Paese per quanto riguarda salute e sicurezza nei luoghi di lavoro è drammatica. E purtroppo continua a peggiorare anno dopo anno: alla data del 30 giugno 2023 in Italia sono morte sul lavoro 450 persone, l’1,2% in più dello stesso periodo dello scorso anno.
Una media di circa 3 morti al giorno!
L’Emilia Romagna si colloca al sesto posto a livello nazionale, con 26 vittime dall’inizio dell’anno.
Tutto ciò è il risultato di un modello economico di sviluppo e del fare impresa che mette al centro il profitto e non la persona, basato su sfruttamento e precarietà.
Nella nostra Regione, al 30 giugno il dato è di 38.587 infortuni, nella nostra provincia alla stessa data si registrano 7.620 infortuni denunciati, una media di 42 al giorno di cui 10 mortali. Solo tra fine agosto e metà settembre, si sono registrati ben 4 morti sul lavoro!
Modena è maglia nera in Regione insieme a Rimini, i numeri più alti a livello provinciale si registrano nella fascia di età degli ultra65quenni diretta conseguenza dell’innalzamento dell’età pensionabile che costringe le persone a rimanere al lavoro fino ad età molto avanzata.
Anche sul versante malattie professionali il dato nella nostra provincia è molto preoccupante: si registra un aumento del +30,4% rispetto a giugno 2022 di malattie professionali denunciate.
Tutto ciò però non basta al Governo per intervenire. Il tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro è stato totalmente derubricato dall’agenda politica di questo Paese e ci risulta che il tema sia completamente ignorato anche nei tavoli ministeriali aperti ed anzi i segnali che questo Governo ha dato dal suo insediamento ad oggi vanno nella direzione opposta (Codice appalti, appalti a cascata, voucher).
Abbiamo una delle leggi più avanzate d’Europa, ma se non si forniscono gli strumenti necessari alla sua applicazione, rimane lettera morta.
Cosa si deve fare?
– Una campagna straordinaria di controlli da parte degli organi di vigilanza in ogni azienda, preceduta da una massiccia assunzione nei dipartimenti di prevenzione nelle Asl e nell’Ispettorato del Lavoro. Nella nostra provincia a fronte di 48.373 posizioni aziendali aperte per un totale di 311.000 lavoratori, ci sono 43 ispettori. Abbiamo stimato che la possibilità delle aziende di essere controllate sia una ogni vent’anni!
Nel 2021 le ispezioni effettuate sono state 2.639 e sono state riscontrate 501 aziende irregolari, insomma nel nostro territorio risulta irregolare circa un quinto delle aziende.
– Non concedere finanziamenti alle imprese che non rispettano i requisiti di legalità che non applicano cioè il Ccnl e adeguate condizioni di lavoro in materia di salute e sicurezza e rispetto delle norme.
– Patente a punti e chiusura delle aziende non regolari finché non si regolarizzano.
– Investire più risorse Inail sulla ricerca per accrescere la conoscenza del fenomeno infortuni e malattie professionali e delle tecnologie utile a ridurli.
– Inserire nei programmi scolastici e universitari la materia della salute e sicurezza.
– Formazione obbligatoria e continua per i lavoratori durante tutta la carriera lavorativa, stessa cosa per i datori di lavoro.
– Modificare le norme dell’ultimo Codice degli appalti, abolire i voucher, superare la precarietà.
– Introdurre il reato di omicidio sul lavoro, istituire una Procura nazionale dedicata solo agli infortuni sul lavoro.
A livello regionale nel settembre 2022 è stato condiviso fra molteplici attori sociali e istituzionali un Protocollo per la tutela e la sicurezza nei luoghi di lavoro che necessita di essere declinato anche a livello territoriale.
Quando Cgil Cisl Uil sono stati ricevuti in Prefettura il 14 luglio scorso a seguito del presidio organizzato dopo l’ennesima morte sul lavoro sul nostro territorio, hanno chiesto la costituzione del tavolo con urgenza per monitorare e segnalare tempestivamente le situazioni irregolari e di rischio, farsi portavoce nei confronti del Governo dell’urgenza di aumentare anche nel nostro territorio gli organici del personale preposto ai controlli.
Non è più il tempo delle parole ma quello dei fatti.
La Cgil da anni è impegnata in una formazione continua degli Rls (Rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza) e dei propri delegati per dotarli degli strumenti necessari ad intercettare il rischio di infortuni e malattie nei propri luoghi di lavoro.
Proficuo anche il rapporto con l’Università e con le scuole superiori per lezioni specifiche sui temi di salute e sicurezza agli studenti, anche attraverso uno spettacolo teatrale.
Bisogna cambiare il paradigma culturale, la sicurezza non può essere vissuta come un costo ma deve essere vissuta come un investimento!
Aurora Ferrari, responsabile salute e sicurezza segreteria Cgil Modena
(Dall’intervento all’Assemblea Generale Cgil Modena del 13 settembre 2023)