25 Mag 2010 mobilitazione, sciopero,
Modena, 25 maggio 2010
Licenziamento in tronco di un delegato sindacale alla coop di facchinaggio “La Carpigiana Service”, reo di aver promosso uno sciopero qualche mese fa.
Il lavoratore, originario del Marocco, da oltre due anni socio lavoratore della cooperativa, da pochi mesi aveva accettato l’incarico di rappresentate sindacale della Filt/Cgil di Modena.
Tutto ciò non era piaciuto alla direzione aziendale, tanto che in un’assemblea sindacale riservata ai soci lavoratori, un dirigente della cooperativa nel corso dell’Assemblea si era fatto notare per un intervento intimidatorio nei confronti di chi preferiva seguire il sindacato, anziché le disposizioni aziendali.
Da quel giorno per il rappresentante sindacale della Cgil non c’è stato scampo e alla prima occasione è stato licenziato. Prima un provvedimento di sospensione, poi messo in cassa integrazione (ammortizzatori in deroga), poi il trasferimento in un cantiere di lavoro a 33 km da casa, lettere di contestazioni per futili motivi, infine il licenziamento.
Il rappresentante sindacale aveva più volte contestato i duri orari di lavoro e le mansioni che non erano di vero e proprio facchinaggio, ma quelle di operai specializzati, pagate però come lavoro di facchinaggio. Inoltre anche i diritti sindacali, tra cui la possibilità di tenere assemblee retribuite in orario di lavoro, non erano riconosciuti.
“La Carpigiana Service” per allontanare il lavoratore scomodo ha applicato il criterio dell’ “esclusione” del socio, e non del licenziamento, facendo deliberare al CdA l’esclusione del lavoratore, ciò per sottrarsi al giudizio di un Giudice del Lavoro!
La Filt/Cgil condanna tale “esclusione” del socio lavoratore, che considera a tutti gli effetti come un licenziamento ai danni di un rappresentante sindacale, un lavoratore di 35 anni, con famiglia, perfettamente integrato nel nostro territorio e che si trova di colpo senza alcun reddito, in quanto i lavoratori licenziati dalle coop non hanno diritto all’indennità di disoccupazione.
Decine di colleghi facchini impiegati presso il committente CBM, azienda metalmeccanica di Modena, hanno manifestato (seppur in forma anonima per paura di ritorsioni) solidarietà al lavoratore, unitamente a molti metalmeccanici della stessa CBM.
La Filt/Cgil, oltre ad aver attivato le vie legali per ottenere il reintegro, chiede un immediato confronto con la cooperativa per tutelare il lavoratore, in caso contrario preannuncia iniziative di mobilitazione con il più ampio coinvolgimento di facchini e metalmeccanici.
Filt/Cgil Modena

