23 Nov 2012
Modena, 23 novembre 2012
In una provincia dove arretra in modo significativo l’occupazione, per una volta non è la crisi od il terremoto a mettere a rischio posti di lavoro.
Il Tribunale di Milano ha emesso nei giorni scorsi un’ordinanza cautelare di sospensione dell’attività nei confronti di un’azienda di Castelfranco Emilia, “Vela Arredamenti Srl”, nell’ambito di una causa tra aziende in tema di concorrenza.
Con tale decisione, che non è una sentenza, si inibisce la produzione di diversi prodotti e nei fatti si porta alla chiusura dell’azienda, dove operano una decina di persone.
L’effetto è pesantissimo anche nei confronti dell’azienda collegata, la “Iumex” di Modena.
Si tratta di una fonderia con 26 dipendenti, che al momento esprime la maggior attività proprio nella fabbricazione di elementi metallici per “Vela Arredamenti”. Elementi che non potranno, fino alla sentenza, essere commercializzati.
Ugualmente nell’indotto che lavora per le due aziende, spesso in prevalenza, sono a rischio altri 10/15 posti di lavoro.
Fermo restando il massimo rispetto per le decisioni del Tribunale di Milano, non possiamo non esprimere preoccupazione per gli effetti sull’occupazione nelle imprese coinvolte.
Per giunta non si tratta di una sentenza, ma di un atto che potrebbe essere anche messo in discussione dalla sentenza.
Se tra due anni la sentenza dovesse essere quella di assoluzione per “Vela Arredamenti”, chi restituirà i molti posti di lavoro persi? Non sarebbe stato opportuno attendere gli esiti della sentenza, prima di creare una condizione che potrebbe portare alla chiusura immediata di alcune imprese modenesi?
In una affollata ed animata assemblea svoltasi stamane presso la sede CGIL i lavoratori e le lavoratrici delle principali imprese coinvolte hanno esternato con forza la preoccupazione di perdere, già nelle prossime settimane, il posto di lavoro.
Rischio più che concreto, visto che l’atto del Tribunale di Milano inibisce la produzione dei prodotti di “Vela Arredamenti” a partire dal prossimo 8 dicembre.
Filcams e Fiom hanno indetto lo stato di agitazione, ed hanno richiesto alle imprese un incontro urgente, ed auspicano allo stesso tempo la massima attenzione delle Istituzioni sulla vicenda.
Nei prossimi giorni saranno comunicate ulteriori iniziative.