ADESIONE CGIL ALLA MOBILITAZIONE “LASCIATECIENTRARE” PER IL SUPERAMENTO DEI CIE E AL PRESIDIO MARTEDÌ 24 APRILE DAVANTI AL CIE

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Modena, 17 aprile 2012

La Cgil di Modena insieme al Centro Lavoratori Stranieri Cls/Cgil aderisce al presidio di martedì mattina 24 aprile 2012, a partire dalle ore 9 (con conferenza stampa alle 11.30), davanti al CIE di Modena in località Sant’Anna.

L’iniziativa modenese si inserisce nell’ambito della settimana di mobilitazione “LasciateCIEentrare”, prevista a livello nazionale dal 23 al 27 aprile 2012, di fronte ai Cie, contro le detenzioni amministrative e per il superamento dei Centri di identificazione ed espulsione per stranieri (Cie). Inoltre, dopo la prima mobilitazione dello scorso luglio e la sospensione del divieto per i giornalisti di entrare nei Cie disposta a dicembre 2011 dal nuovo ministro Cancellieri, è però “de facto” difficile garantire libertà di informazione. Capire e raccontare cosa accade in questi luoghi è estremamente difficile a causa della discrezionalità con la quale le richieste di accesso vengono gestite e trattate

La manifestazione del 24 aprile a Modena avviene in contemporanea davanti ai principali Cie (Centri di Identificazione) e Cara (Centri di Accoglienza per Richiedenti Asilo) presenti sul territorio nazionale. E’ promossa, tra gli altri, da Fnsi, Art. 21, European Alternatives, Cgil, rete Primo Marzo, Giù Le Frontiere, Asgi, Open Society Foundation, e dai Parlamentari (fra gli altri) Rosa Villecco Calipari, Vincenzo Vita, Francesco Pardi, Sandra Zampa, Jean Leonard Touadi. Numerose anche le adesioni di associazioni, sindacati, partiti, singole personalità (vedi allegato).

Cie sta per Cento di Identificazione ed Espulsione. “In realtà, dopo che la destra ha portato a 18 mesi la possibilità di trattenervi gli immigrati, i Cie non sono più istituti per il trattenimento temporaneo allo scopo dell’identificazione, ma vere e proprie galere” spiegano Fiorella Prodi della segreteria Cgil e Ciro Spagnulo del Cls/Cgil.

La sola colpa che vi si espia è la mancanza di un titolo di soggiorno. Vi finiscono, tra gli altri, cittadini stranieri che dopo anni di vita regolare in Itala si sono trovati in situazione di irregolarità con la perdita del lavoro; i loro figli, magari nati e cresciuti in Italia, la cui situazione è legata a quella dei genitori; potenziali richiedenti asilo; vittime della tratta.

Spesso l’identificazione non arriva a buon fine e gli immigrati vengono messi in libertà, di nuovo senza documenti, fino a quando la polizia non li ferma di nuovo e li rinchiude ancora una volta. Scioperi della fame, incendi, rivolte, autolesionismi testimoniano la drammaticità della vita che vi si svolge.

“Per queste ed altre ragioni anche agli occhi dell’opinione pubblica i  Cie appaiono sempre di più per quello che sono: un’aberrazione civile e giuridica” affermano i sindacalisti.

La Cgil e il suo Centro Lavoratori Stranieri chiedono il superamento dei Cie, nella consapevolezza che lo scopo di queste strutture sia di rappresentare gli immigrati come un pericolo oggettivo, indipendentemente dai comportamenti effettivi; che sono di fatto delle carceri dove vengono rinchiuse persone che non hanno commesso reati; che sono inefficaci per il contenimento del bacino dell’irregolarità, contro la quale servono piuttosto nuove politiche migratorie; che non hanno nulla a che fare con la cosiddetta “sicurezza” dei cittadini autoctoni.

“La mobilitazione della prossima settimana – aggiungono Prodi e Spagnulo – dovrà essere anche l’occasione per rivendicare una nuova legge sull’immigrazione”.

APPELLO LasciateCIEntrare 2012

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