01 Feb 2018 alcar uno, assunzioni, castelnuovo rangone, flai, investimenti, investimenti pubblici, occupazione,
La notizia di un importante investimento di 22 milioni di euro (di cui 7,6 milioni da contributi pubblici, oltre ad 1 milione di euro della Regione Emilia Romagna) nel settore carni di Modena e Parma che annuncia 48 nuove assunzioni, non può che essere accolta positivamente dalla Flai, la categoria sindacale della Cgil che segue l’agroalimentare, sia per il previsto potenziamento delle strutture produttive, sia per i positivi aspetti occupazionali anche sul territorio modenese.
Tuttavia l’operazione, che sarebbe il frutto di un progetto intrapreso da due aziende modenesi (Alcar Uno e Globalcarni) e da due aziende parmensi (Prosciuttificio Il Conte e Certosa Salumi), si innesta su un sistema di organizzazione del lavoro che vede la presenza di discutibili appalti di manodopera.
In particolare, presso l’Alcar Uno di Castelnuovo Rangone, opera, con circa 60 soci-lavoratori, la falsa cooperativa di manodopera “Planet” che fa parte del Consorzio di false cooperative “Job Service” guidato da Domenico Melone, già titolare degli appalti di manodopera con la Castelfrigo Srl. La falsa cooperativa Planet ha già accumulato un indebitamento di 1,7 milioni di euro (dati al 31/12/16), composto principalmente da debiti verso lo Stato che, come prevede il meccanismo più volte denunciato dalla Flai, non saranno per nulla saldati, ma che costituiscono di fatto l’abbattimento del costo dell’appalto verso Alcar Uno.
“Si sta verificando che da una parte lo Stato non incassa l’Iva e l’Irap dalle false cooperative e dall’altra premia le aziende che utilizzano questo sistema tramite importanti contributi alle aziende stesse – dichiara Marco Bottura della Flai-Cgil di Modena – Le risorse per gli investimenti a partecipazione pubblica devono essere utilizzate per indirizzare uno sviluppo di qualità dei prodotti e del lavoro e non per stabilizzare l’uso delle false cooperative”.
L’erogazione delle risorse di competenza della Regione Emilia Romagna è subordinata alla preventiva verifica della corretta applicazione dei contratti di lavoro sia per quanto riguarda il personale diretto, che per il personale indiretto.
Per l’Alcar Uno è quindi l’occasione per intraprendere strade più virtuose regolarizzando gli appalti in essere, anche dando una risposta occupazionale ai lavoratori espulsi dalle cooperative appaltatrici della Castelfrigo, in coerenza con quanto sottoscritto nel tavolo regionale del 29 dicembre scorso in merito alla stessa vertenza Castelfrigo.
Modena, 1° febbraio 2018