06 Lug 2018 appalti, distretto carni modena, evasione fiscale, frode fiscale, macellazione e lavorazione carni, operazione the butcher, sfruttamento,
Ha toccato anche le provincie di Modena e di Cesena-Forlì l’operazione «The butcher» (in inglese “il macellaio”) della Guardia di Finanza di Rho (MI), che ha portato alla scoperta di una frode fiscale da quasi 300 milioni di euro messa in atto da una associazione per delinquere tramite un consorzio di società del settore della macellazione, con sede nel capoluogo lombardo.
In manette è finito Angelo Basile, tarantino di 69 anni residente a Riccione, già noto alle cronache fin dall’anno 2012, quando, sempre la GDF, ma questa volta di Rimini, scoprirono una frode fiscale di 50 milioni di euro.
La frode, da quanto si apprende dalle notizie di stampa, sarebbe stata attuata mediante la costituzione di un consorzio di società operanti nel settore della macellazione e della lavorazione delle carni e cioè il consorzio “Servizi Globali Società consortile per azioni”, con sede e uffici in provincia di Milano. Un consorzio che somministrava, tramite appalti e sub appalti, oltre 1400 lavoratori in varie aziende del settore della macellazione delle carni in tutta Italia.
Le società appartenenti al consorzio (generalmente S.r.l, S.r.l.s. o false cooperative) intestate a meri “prestanome”, servivano ad evadere le imposte, in particolare l’IVA. Il sistema permetteva al consorzio di offrire manodopera a prezzi stracciati ed estremamente concorrenziali alle imprese committenti.
L’operazione della GDF ha visto mettere i sigilli su oltre 90 immobili, tra ville di lusso, appartamenti, ristoranti, locali notturni, 2 yacht, più di 200 compendi societari, conti correnti, disponibilità liquide, gioielli, 7 cassette di sicurezza per un valore complessivo di circa 60 milioni e il Bitonto calcio. L’operazione ha visto impegnati oltre 200 finanzieri che hanno eseguito arresti e perquisizioni nelle province di Novara, Milano, Vercelli, Bari, Bergamo, Biella, Brescia, Caserta, Crotone, Fermo, Foggia, Forlì-Cesena, Lecce, Macerata, Modena, Rimini, Roma, Savona, Taranto, Teramo, Torino e Venezia.
Come nel caso scoperto dalla GDF milanese, ma anche nel caso di Rimini scoperto nel 2012 che ha visto coinvolto lo stesso Basile, il sistema è sempre lo stesso: appalti, sub appalti, consorzi, pseudo imprese, prestanomi, evasioni fiscali e d’IVA, squadre di calcio per finte sponsorizzazioni ecc…
Un sistema che genera concorrenza sleale fra le imprese, sfruttamento dei lavoratori ed ingenti evasioni fiscali e d’IVA come dimostrato dalle operazioni della GDF, ma anche possibili infiltrazioni della criminalità organizzata.
Queste operazioni confermano quanto stiamo sostenendo e denunciando da anni nel settore della macellazione. Confermano anche che bisogna intervenire immediatamente sul piano legislativo, ad esempio ripristinando il reato penale nella somministrazione di manodopera (depenalizzato nel 2016) e reintroducendo il reato della somministrazione fraudolenta di manodopera (abrogato con il Jobs Act).
Infine, oltre alle leggi ed alla repressione dei reati con le forze dell’ordine, sarebbe opportuno anche un po’ di responsabilità sociale da parte delle imprese committenti che non possono non accorgersi di quanto accade nei loro appalti. Se si continua a competere con questa organizzazione del lavoro non può esserci un futuro per nessuno.
Umberto Franciosi
Segretario Generale Flai Cgil Emilia Romagna
Bologna, 6 luglio 2018