30 Gen 2014
di Ciro Spagnulo
Sconcerta e turba quanto raccontano i sopravvissuti del naufragio avvenuto il 20 gennaio in acque greche di una barca con a bordo rifugiati afghani e siriani. Lanciano accuse terribili che dovranno essere verificate, ma già lascia senza parole il fatto che il naufragio sia avvenuto mentre l’imbarcazione era scortata dalla Guardia Costiera, come sottolinea l’UNHCR: “L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) è costernato per il naufragio di un’imbarcazione a largo delle coste greche nelle prime ore di ieri (20 gennaio, ndr), che è costato la vita ad una donna e a un bambino. Sono ancora 10 le persone scomparse, tra loro bambini e ragazzi. In base alle informazioni ricevute da alcuni dei 16 sopravvissuti e dalla Guardia Costiera Greca, l’imbarcazione aveva a bordo 26 afghani e 2 siriani ed è stata intercettata nel Mar Egeo del sud poco dopo mezzanotte a seguito di un guasto meccanico, apparentemente diretta dalla Turchia alla Grecia. La barca, con tutte le 28 persone ancora a bordo, si è capovolta mentre veniva scortata da un vessillo della Guardia Costiera.
In particolare, Laurens Jolles, Delegato UNHCR per il Sud Europa, “esorta le autorità a indagare su questo incidente e sul motivo per cui queste vite siano state perse su un’imbarcazione che già era a rimorchio”.
E’ però già evidente dalla dinamica dei fatti che la Guardia Costiera greca ha attuato “un respingimento collettivo di rifugiati tassativamente vietato dal diritto internazionale ed europeo, e in particolare dall’art. 33 della Convenzione di Ginevra, dall’art. 3 della CEDU e dall’art.4 del protocollo addizionale n. 4 alla stessa CEDU”, come ricorda l’ASGI.
Anche L’ASGI “chiede alle autorità amministrative e giudiziarie greche di fare piena chiarezza su quanto avvenuto assumendo con tempestività le misure necessarie a sanzionare i responsabili anche sotto il profilo delle responsabilità penali, e chiede altresì alla Commissione Europea di adottare con fermezza e maggiore tempestività rispetto al passato tutte le misure necessarie a garantire che detti respingimenti illegittimi cessino immediatamente in Grecia e a vigilare affinché essi non si verifichino in altri Stati dell’Unione”.
La Grecia è già da tempo al centro dell’attenzione internazionale per i suoi comportamenti illegittimi nei confronti dei rifugiati e degli immigrati in generale. Spiegazioni sono state chieste da organizzazioni internazionali sulla sparizione di migranti per opera della polizia greca.