APPELLO DI REPUBBLICA CONTRO LA BOSSI-FINI: SUSANNA CAMUSSO, CGIL, FIRMA

14 Ott 2013

Dopo la tragedia di Lampedusa, Repubblica ha lanciato una petizione per l’abolizione della legge Bossi-Fini, simbolo della legislazione italiana sull’immigrazione. Ha già raccolto 100 mila adesioni. Ha sottoscritto l’appello anche il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso. Ha motivato l’adesione con una lettera inviata al direttore di ‘La Repubblica’, Ezio Mauro, nella quale scrive: “La legge Bossi-Fini, come il reato di clandestinità, sono razzismo trasposto in termini legislativi, sono l’idea che l’altro, il diverso da te, non sia una persona da accogliere, una cultura da comprendere, un mondo da scoprire , ma un nemico da respingere o incarcerare, un corpo pericoloso e dannoso da allontanare. La Bossi-Fini ha rappresentato per tante, troppe persone, nel nostro Paese, il ritorno della schiavitù. Uomini e donne che fuggivano dalle guerre, dalla fame, dalle malattie, dalla povertà, dalla mancanza di lavoro, sono state costrette a vivere il ricatto dei trafficanti, lo sfruttamento dei caporali, l’umiliazione, la cancellazione della propria identità culturale e spesso l’indifferenza se non l’ostilità delle istituzioni”.

“La CGIL”, ricorda Camusso, “da anni lotta con forza per l’abrogazione della legge Bossi-Fini e la cancellazione del reato di clandestinità. In questi anni ha proposto leggi che impediscano il caporalato; ha chiesto che sia riconosciuto il diritto di denunciare lo sfruttamento senza il pericolo di essere espulsi; si batte perché chi arriva nel nostro Paese sia trattato con dignità e rispetto; lotta con i migranti che hanno trovato e trovano nella CGIL non solo ascolto ma organizzazione e rappresentanza. Sono state tutte iniziative e proposte di legge che hanno riscosso grande consenso. Valga per tutte ‘L’Italia sono anch’io’, una campagna realizzata dalla CGIL insieme a molte associazioni che ha portato alla presentazione al Parlamento di due leggi di iniziativa popolare. Il riconoscimento dello ius soli è ciò che noi chiediamo, insieme alle tutele per i lavoratori migranti, da una nuova legislazione di accoglienza”.

L’appello di Repubblica è stato lanciato con un articolo di Stefano Rodotà che scrive, tra l’altro: “La Bossi-Fini è quasi un compendio di inciviltà per le motivazioni profonde che l’hanno generata e per le regole che ne hanno costituito la traduzione concreta. Per questa legge l’emigrazione deve essere considerata come un problema di ordine pubblico, con conseguente ricorso massiccio alle norme penali e agli interventi di polizia. All’origine vi è il rifiuto dell’altro, del diverso, del lontano, che con il solo suo insediarsi nel nostro paese ne mette in pericolo i fondamenti culturali e religiosi. Un attentato perenne, dunque, da contrastare in ogni modo. Inutile insistere sulla radice razzista di questo atteggiamento e sul fatto che, considerando pregiudizialmente il migrante irregolare come il responsabile di un reato, viene così potentemente e pericolosamente rafforzata la propensione al rifiuto. Non dimentichiamo che a Milano si cercò di impedire l’iscrizione alle scuole per l’infanzia dei figli dei migranti irregolari, che si è cercato di escludere tutti questi migranti dall’accesso alle cure mediche, pena la denuncia penale”. L’articolo integrale potete leggerlo qui: http://www.repubblica.it/politica/2013/10/08/news/cancellare_subito_lo_scandalo_della_bossi-fini-68134235/ Per firmare, invece, cliccate qui: http://temi.repubblica.it/repubblica-appelli/?action=vediappello&idappello=391312

http://www.cgil.it/news/Default.aspx?ID=21540

http://www.repubblica.it/politica/2013/10/13/news/centomila_firme_per_abolire_la_bossi-fini-68484385/?ref=search

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