10 Giu 2009
Italia Caritas, mensile della Caritas Italiana, nel numero di giugno sferra un attacco durissimo al Governo italiano per l’introduzione del reato di clandestinità e per la politica dei respingimenti. Lo fa con un editoriale a firma di mons. Vittorio Nozza, direttore dell’organizzazione cattolica.
“L’Italia ha deciso di svolgere il ruolo di battistrada nella guerra all’immigrazione irregolare” scrive mons. Nozza, “E’ un compito scomodo, perchè viene affidato a leggi che riflettono una visione del fenomeno migratorio agli antipodi rispetto al passato. Questo ruolo rompe una cultura dell’inclusione mai messa in discussione fino a che i flussi hanno assunto una fisionomia tale da dcstare allarme. Ed è accompagnata dal silenzio assordante e colpevole dell’Europa. Ma l’approvazione del provvedimento che trasforma in reato l’ingresso irregolare nel nostro paese costituisce una grande incognita, anche perchè si fatica a pensare che risolverà i problemi”.
Sui respingimenti, il direttore della Caritas ricorda che l’Italia è obbligata al diritto d’asilo dalla Carta dei Diritti dell’Uomo e dalla Costituzione e aggiunge: “E’ una vittoria amara per tutti, sapere che i clandestini, rispediti al mittente, vengono raccolti nei furgoni come cani, bastonati e legati, e trasportati in campi profughi da sorveglianti muniti di maschere per gli odori nauseabondi. Ed è una vittoria amara, se la maggior parte delle donne e molti dei minori vengono ripetutamente violentati; se i container viaggiano nel deserto con il loro carico umano per due tre giorni, senza viveri né acqua; se ogni anno tre-quattromila persone muoiono perché abbandonate nel deserto lungo la frontiera libica, e altrettante vengono vendute ai mercanti di schiavi”.
Parlando del clima che si respira nel paese, mons. Nozza dice che “E’ come se il nostro paese fosse colpito da un virus peggiore di quello messicano: il silenzio della ragione e il trionfo della farneticazione”.