05 Lug 2011
CARTA STRACCIA
Il 17 giugno è stato firmato tra il Governo italiano e gli insorti libici un accordo di cooperazione per prevenire e contrastare i flussi di immigrati e per i rimpatri di chi raggiunge le nostre coste. Soprattutto i ministri della Lega lo hanno propagandato come uno strumento efficace. In realtà si tratta dell’ennesima trovata per imbrogliare l’opinione pubblica, soprattutto la base leghista, sperando di riconquistare consensi. L’accordo, infatti, è inesigibile. Lo è, innanzitutto, perchè i profughi non partono dai territori controllati dai ribelli, la Cirenaica, ma da quelli controllati da Gheddafi, la Tripolitania. In quanto a rimandarli indietro, è proprio un ministro leghista, Calderoli, che nell’esprimere entusiasmo perchè Bengasi “si riprenda i profughi che sono arrivati o arriveranno sulle nostre coste” pronuncia la parola che ricorda che non si tratta di migranti qualsiasi, ma per l’appunto di profughi, e in quanto profughi devono essere accolti e sostenuti nelle procedure di richiesta di asilo. Ricorda infatti l’Asgi che “perciò è evidente che l’Italia e il CNT devono comunque rispettare la Convenzione internazionale sulla protezione dei civili durante i conflitti internazionali e che l’Italia deve rispettare sia il principio del non respingimento di chi può ricevere lo status di rifugiato o lo status di protezione sussidiaria, previsto dalla Convenzione internazionale sullo status di rifugiato e dalle direttive comunitarie in materia, sia il divieto di ogni forma di espulsione che possa esporre le persone a rischi per la vita, la sicurezza e la libertà o che comunque comporti una forma di tortura o di trattamento inumano o degradante che secondo la Corte europea dei diritti dell’uomo è inderogabile per ogni Stato parte della Convenzione europea dei diritti dell’uomo”. Non a caso la Nato ha detto no al blocco delle imbarcazioni dei migranti proposto da Maroni.