CASTELFRIGO: I LAVORATORI DEGLI APPALTI LICENZIATI DUE VOLTE PER SALVARE DALLE RESPONSABILITA’ LE SOCIETA’ COMMITTENTI

29 Apr 2020 appalti, castelfrigo, flai, licenziamenti,

Si è conclusa lunedì sera la seconda procedura di licenziamento collettivo contro i 70 lavoratori degli appalti della “Castelfrigo srl” protagonisti di una rivolta sindacale guidata dalla Cgil a più riprese dal 2016 al 2018.

Il primo licenziamento era avvenuto il 31 dicembre 2017, quando Castelfrigo tagliò gli appalti per sbarazzarsi dei lavoratori scomodi e le cooperative appaltatrici licenziarono i lavoratori una prima volta.

La procedura del secondo licenziamento si è conclusa invece ieri sera, sotto la supervisione dell’Agenzia Regionale per il Lavoro dell’Emilia-Romagna in videoconferenza con la curatela fallimentare della “Fallimento Castelfrigo srl” e le organizzazioni sindacali territoriali di Flai-Cgil e Uila-Uil. Il verbale di mancato accordo (vedi allegato) permetterà alla “Fallimento Castelfrigo srl” di licenziare i 70 lavoratori che hanno chiesto al Tribunale di Modena il riconoscimento del rapporto di lavoro dipendente e di evitare così ulteriori rivendicazioni sia verso la “Fallimento Castelfrigo srl” (dove restano i debiti) sia verso la nuova società, la “Castelfrigo LV srl” detenuta da Italia Alimentari spa del Gruppo Inalca.

Questo secondo licenziamento avverrà con la clausola “sub condicione”, cioè nell’eventualità che qualche giudice, al termine delle varie cause pendenti al Tribunale di Modena, riconosca che i lavoratori degli appalti sono stati, per le modalità con cui si è svolto l’appalto, dipendenti della Castelfrigo Srl. A quel punto i lavoratori saranno automaticamente già licenziati.

“Si tratta di un espediente giuridico scorretto, artificioso e ingiusto, tanto più se elaborato da un organo di garanzia come una curatela fallimentare – dichiarano Marco Bottura e Antonio Puzzello della Flai/CGIL di Modena. – La vertenza Castelfrigo ha travolto le cooperative appaltatrici con il loro carico di debiti erariali, ha travolto la famiglia Ciriesi che ha perso la proprietà dell’azienda e ha travolto anche i lavoratori che hanno avuto il coraggio di denunciare quanto stava avvenendo. Oggi come allora sono ancora troppi i soggetti politici, istituzionali e sindacali che pensano che il sistema degli appalti possa realizzarsi nella legalità e nella tutela del lavoro. Si tratta infatti di un sistema che ha l’obiettivo di scaricare le spinte concorrenziali e competitive sull’anello più debole, cioè i lavoratori, e di sollevare le società committenti dalle responsabilità verso quegli stessi lavoratori”.

 

Flai Cgil Modena

 

Modena, 29/4/20

 

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