CD CGIL, ORDINE DEL GIORNO CONTRO LA CHIUSURA DEI PORTI: SOLIDARIETA’, DIRITTI, UMANITA’

18 Giu 2018 aquarius, cgil, comitato direttivo, immigrati, immigrazione, nave, ordine del giorno, porti aperti,

Il Comitato Direttivo della Cgil di Modena, riunito oggi, lunedì 18 giugno 2018, ha assunto all’unanimità l’Ordine del Giorno del CD Cgil Emilia Romagna “Contro la chiusura dei porti: solidarietà, diritti, umanità”.

CGIL EMILIA ROMAGNA CONTRO LA CHIUSURA DEI PORTI:
SOLIDARIETA’ DIRITTI UMANITA’

Ordine del giorno
Comitato Direttivo Cgil Emilia Romagna
Bologna 14 giugno 2018

L’inqualificabile decisione dei ministri Salvini e Toninelli di chiudere i porti italiani alla nave Aquarius colma di migranti salvati in mare, oltre che disumana e in contrasto con la nostra Costituzione, il diritto e gli accordi europei e internazionali non risponde alla necessità di costruire una politica dei fenomeni migratori a scala nazionale ed europea.
L’Italia così si limita a partecipare allo “scaricabarile”, lo sport più praticato sulle politiche migratorie in tutta Europa.
Al governo italiano e ai suoi sostenitori chiediamo di non cancellare lo stato di diritto e di abbandonare posizioni e modus operandi che rischiano di riportarci ai peggiori incubi della storia del ‘900.
La solidarietà del governo spagnolo ai migranti de4lla Aquarius , mirabile eccezione, ha contribuito a risolvere “un” problema ma altre navi già solcano il Mediterraneo .
Il Comitato Direttivo della Cgil Emilia Romagna, in linea coi valori della solidarietà, della pace e della cooperazione internazionale, da sempre sostenuti e praticati, condanna e continuerà a contrastare con le proprie azioni scelte sbagliate e ciniche che lucrano sulla paura e sulla percezione di insicurezza di una popolazione stremata piu’ dalla crisi che dai flussi migratori.
Il Comitato Direttivo della Cgil Emilia Romagna è preoccupato per scelte politiche che portano all’affermazione di un paese chiuso, arroccato e intollerante, dove vengono sdoganati atteggiamenti xenofobi e comportamenti razzisti : lo striscione apparso ieri alla stazione di Ravenna che incitava alla violenza contro le Ong ne rappresenta l’ennesima inquietante conferma.
La mancata accoglienza dei migranti introduce un elemento di forte diseducazione civile che si alimenta dell’ideologia della chiusura, dell’innalzamento dei muri e della paura del diverso. L’accoglienza deve avere diritto di asilo a partire dalla scuola che resterà sempre un porto aperto per ogni bambina e ogni bambino di qualsiasi provenienza.
Il comportamento dell’Unione Europea e dei governi dei Paesi membri non dovrebbe essere quello di costruire muri e barriere bensi’ quello di intensificare il dialogo e la cooperazione con i paesi che si affacciano sul Mediterraneo (Libia e Tunisia in primis) e con quelli di transito e di origine (in Africa subsahariana e in Medioriente) dei migranti. Anche e soprattutto attraverso la diplomazia.
Offendere – come ha fatto in una uscita pubblica il ministro Salvini – la Tunisia, partner privilegiato dell’Italia per scambi commerciali, oltre che uno dei pochissimi paesi con cui esiste un accordo per il rimpatrio dei migranti irregolari, non sembra una buona pratica!!!
Il Consiglio dell’Unione Europea dovrebbe approvare definitivamente la modifica al regolamento di Dublino, già approvato dai due terzi del Parlamento Europeo a ottobre 2017, che prevede la gestione dei richiedenti asilo “a scala europea” attraverso un meccanismo automatico di ripartizione, in modo da non far pesare i flussi migratori esclusivamente sui Paesi più esposti alla rotta mediterranea o al primo ingresso.

Il Comitato Direttivo della Cgil Emilia Romagna, anche interpretando le tante prese di posizione delle diverse strutture territoriali e di sue RSU continuerà a difendere i valori costitutivi della democrazia fondati sui principi della coesione civile, dell’inclusione e della tutela dei più deboli.
Il Comitato Direttivo della Cgil Emilia Romagna proseguirà l’impegno e la mobilitazione da un lato per promuovere conoscenza dei fenomeni economici, politici e sociali che stanno alla base delle migrazioni e sulla cultura dell’accoglienza e dell’integrazione, dall’altro per contrastare quanti credono o fanno finta di credere che, chiudendo porti e frontiere , costruendo muri o attivando respingimenti, spariscano le diseguaglianze , le marginalità e le povertà che costringono, insieme alle guerre, milioni di persone, anche italiane a spostarsi dal proprio luogo di origine per cercare condizioni di vita dignitose per se’ e per la propria famiglia.

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