23 Mar 2011
CENSIS-SOPEMI. IMMIGRAZIONE E PRESENZA STRANIERA/1
Sono più giovani. Prevalgono le donne. Rumeni, albanesi e marocchini i più numerosi. Crescono matrimoni misti, nascite, concessioni di cittadinanza. La fotografia dell’immigrazione di Censis-Sopemi.
a cura di Mohcine El Arrag
L’età media è più bassa di quella degli italiani. Le donne sono più degli uomini. Rumeni, albanesi e marocchini sono le nazionalità più numerose tra le oltre 200 presenti. L’integrazione si rafforza: crescono, infatti, matrimoni misti, nascite, concessioni di cittadinanza. E’ la fotografia degli immigrati in Italia scattata dal Censis nel Rapporto Sopemi Italia 2010 su “Immigrazione e presenza straniera in Italia, 2009-2010” per l’«International Migration Outlook». Il rapporto è stato presentato agli inizi di marzo.
GLI STRANIERI RESIDENTI IN ITALIA. La popolazione con cittadinanza straniera iscritta alle anagrafi comunali al 31 dicembre 2009 risulta composta di 4.235.059 individui (2.063.407 maschi e 2.171.652 femmine); con una crescita, negli ultimi due anni, del 23,4% (nel 2007 gli stranieri residenti erano 3.432.651) .
Nell’ultimo anno gli stranieri crescono di 343.764 unità (+8,8 %), arrivando a rappresentare il 7,0% della popolazione italiana.
Le donne straniere ormai da qualche anno sono più numerose degli uomini e nel 2009 rappresentano il 51,3% del totale degli immigrati, facendo registrare una crescita negli ultimi due anni decisamente più sensibile di quella degli uomini (+25,5%, a fronte del +21,1% della componente maschile).
Se nel complesso le donne straniere hanno ormai raggiunto e superato il numero degli uomini, l’analisi per singole nazionalità evidenzia come permangano alcune situazioni dove c’è un forte sbilanciamento tra i sessi: ad esempio, tra i rumeni le donne sono il 53,9% del totale, tra gli albanesi scendono al 45,8% e tra i marocchini al 43,2%.
Vi sono poi alcune nazionalità in cui l’immigrazione è declinata al maschile ed altre in cui lo è al femminile: prevalgono di gran lunga gli uomini tra i senegalesi (in cui gli uomini sono il 76,7% del totale), gli egiziani (69,3% di 3 uomini), i pakistani (66,9% di uomini) e i tunisini (63,8%); sono invece maggioritarie le donne tra gli ucraini (dove sono il 79,4%), i polacchi (70,6%), i moldavi (65,7%).
I minori sono 932.675, e rappresentano il 21,6% degli stranieri e il 9,1% del totale dei minori, con una crescita del 21,6% negli ultimi due anni, che risulta meno consistente rispetto a quella degli adulti.
La presenza straniera in Italia è insieme multiforme e polarizzata: se è vero, infatti, che nel nostro paese sono presenti stranieri appartenenti ad oltre 200 nazionalità, al contempo è da segnalare che oltre il 40% delle presenze è ascrivibile a tre gruppi: i rumeni, che sono 887.763 e rappresentano il 21,0% degli stranieri in Italia; gli albanesi, che sono 466.684, e sono l’11%; i marocchini, che sono 431.529, pari al 10,2%. Seguono i cittadini provenienti da Cina, Ucraina e Filippine.
Gli stranieri che si trovano nel nostro paese hanno un’età media decisamente più bassa rispetto agli italiani. A fine 2009 solo il 3,9% dei cittadini stranieri ha più di 60 anni mentre il 22,0% ha meno di 18 anni. L’analisi dell’andamento della popolazione residente per età negli ultimi cinque anni rivela, però, come tra gli stranieri la quota di minori rimanga stabile, mentre diminuiscono percentualmente i giovani e gli adulti, e crescono gli appartenenti alle classi di età più matura.
SEGNALI DI STABILIZZAZIONE. L’integrazione si rafforza: crescono, infatti, matrimoni misti, nascite, concessioni di cittadinanza.
Famiglie straniere e matrimoni misti. Un segnale evidente della crescente stabilizzazione dei cittadini stranieri è dato dall’aumento del numero di famiglie che hanno il capofamiglia o almeno un componente straniero: nel 2009 in Italia vi sono 2.074.065 nuclei familiari (l’8,3% delle famiglie italiane) che hanno almeno un componente straniero, e tra questi 1.640.727 (il 6,6% delle famiglie italiane) hanno il capofamiglia straniero. In valore assoluto, i nuclei familiari in cui è presente almeno uno straniero si trovano soprattutto nel Nord-ovest, dove sono 683.273; ma se si considera il rapporto con il totale dei nuclei familiari presenti, al primo posto si trova il Centro, dove l’11,5% dei nuclei familiari ha almeno un componente straniero.
Un altro dato che segnala integrazione e stabilizzazione è quello relativo ai matrimoni misti, ovvero ai matrimoni in cui uno dei due coniugi (più di frequente l’uomo) è italiano e l’altro è straniero: dopo la battuta di arresto del 2007, nel 2008 questo tipo di unioni è nuovamente in crescita, con un totale di 24.548 matrimoni misti, pari a circa il 10,0% del totale dei matrimoni celebrati nel nostro paese, e una crescita del 114,5% rispetto al 1998. Crescono anche i matrimoni tra stranieri che nel 2008 sono 12.370. Le unioni che hanno avuto per protagonisti un uomo italiano e una cittadina straniera sono state 18.240. In 2.506 casi la sposa era una rumena, in 1.940 un’ucraina, in 1.745 una brasiliana e in 1.216 una polacca.
I matrimoni tra una donna italiana e un partner straniero sono stati 6.308: in questo caso i più ambiti sono stati i cittadini marocchini (1.399 unioni, il 22,2% del totale), seguiti da albanesi e tunisini.
Le conseguenze sulla fecondità. E’ con gli stranieri che in Itali c’è stata un’inversione di tendenza nei dati demografici, con una ripresa delle nascite e una crescita dell’insieme della popolazione. Infatti, le donne straniere cominciano prima delle italiane a fare figli e ne fanno di più: l’età media della madre è di 27 anni e 9 mesi per le cittadine straniere e di 31 anni e 7 mesi per le italiane; mentre il numero medio di figli per donna per le straniere è pari a 2,3 e per le italiane è 1,3. Il risultato è che nel 2009 i bambini nati nel nostro paese da genitori stranieri e iscritti all’anagrafe sono 77.109 (di cui 37.127 femmine), e rappresentano il 13,6% dei nati in Italia.
Le concessioni di cittadinanza. Cresce, anche nel 2009, il numero degli stranieri cui è stata concessa la cittadinanza italiana, che sono 40.084 (+ 235% negli ultimi sei anni). Occorre inoltre segnalare che, per la prima volta le concessioni di cittadinanza per residenza (che sono state 22.962) hanno superato quelle per matrimonio (che sono state 17.122 e sono diminuite sensibilmente rispetto alle 24.950 del 2008). L’acquisizione della cittadinanza rappresenta il segnale del massimo livello di integrazione.