15 Lug 2010 contratto,
Carpi, 15 luglio 2010
La democrazia si applica solo se dà ragione alle proprie posizioni o se viene imposta e organizzata dalle imprese, come avvenuto a Pomigliano. Viene invece negata, se a chiederla sono i delegati sindacali.
Lo confermano i comportamenti di Fim-Cisl e Uilm-Uil modenesi con il loro modo di esercitare la “democrazia” sull’accordo separato del 3 giugno scorso sul Contratto Nazionale dei metalmeccanici dell’industria minore (Unionmeccanica – Api). Intesa generata dalla disdetta del contratto nazionale in vigore fino al 31 dicembre 2011 e che recepisce le regole peggiorative contenute nell’accordo separato sulla contrattazione sottoscritto da Cisl, Uil, Governo e Confindustria il 22 gennaio 2009.
Alla Centauro di Limidi, la Rsu, composta da un delegato per ciascuna organizzazione (Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil), ha chiesto unitariamente con lettera indirizzata a Fim, Fiom e Uilm provinciali di effettuare assemblee informative unitarie e di effettuare il referendum tra tutti i lavoratori sull’intesa raggiunta.
Per tutta risposta i vertici provinciali di Fim e Uilm hanno di fatto “commissariato” i loro delegati della Rsu Centauro e, negando la richiesta della RSU, hanno convocato un’assemblea come organizzazioni sindacali martedì 6 luglio.
Si è negato il diritto ad assemblee unitarie e a far votare tutti i lavoratori sull’intesa separata: un sopruso che i lavoratori riuniti nell’assemblea convocata contemporaneamente dalla Fiom hanno deciso di denunciare.
La democrazia nei luoghi di lavoro è di fatto negata. E ciò non deriva dalla convenienza del sistema delle imprese di muoversi liberamente al di sopra e senza il consenso dei lavoratori ma, purtroppo, dai comportamenti di queste organizzazioni sindacali. Recidere il legame con i lavoratori fa assumere al sindacato un ruolo ambiguo dove, di fatto, la legittimazione del proprio operato viene dalla controparte e non dai lavoratori.
La Fiom contrasterà, anche legalmente, l’applicazione dell’accordo separato e, per ricomporre l’unità dell’azione sindacale, ha raccolto le firme, di cui 5000 a Modena e ha depositato il 5 luglio scorso in Parlamento la proposta di Legge di iniziativa popolare sulla rappresentanza e la democrazia nei luoghi di lavoro.
Fiom/Cgil Carpi