15 Lug 2009
Secondo uno studio su dati Istat del Centro Studi Sintesi, ripreso da Il Sole 24 ore, crescono i lavori ‘precari’ tra gli stranieri che hanno contratti ‘atipici’. Quest’ultimi sono circa mezzo milione, uno su tre, e 87,8% si caratterizza per la precarietà.
Il Centro Studi Sintesi identifica i lavoratori atipici con i soggetti che hanno contratti di lavoro dipendenti a tempo determinato, i lavoratori a tempo indeterminato part time e i collaboratori. Per lavoratori precari intende i dipendenti a termine involontari; i dipendenti part time involontari; i collaboratoti che presentano monocommittenza, utilizzo dei mezzi dell’aziena e imposizione dell’orario di lavoro; i liberi professionisti e lavoratori in proprio (cosiddette Partite Iva) che presentano in contemporanea 3 vincoli di subordinazione precedentemente descritti.
In base a questa classificazione, per l’anno 2008 il Centro Studi Sintesi identifica le seguenti tipologie contrattuali:
dipendenti a tempo indeterminato 1.253.512 (71,6%), di cui 1.000.977 a tempo pieno (57,6%) e 252.535 (14,4%) a tempo parziale;
-dipendenti a tempo determinato cfl, apprendistato, contratto individuale di lavoro a termine, interinale o somministrazione di lavoro, altro) 231.851 (13,2%);
autonomi 247.634 (14,1%);
Collaboratori (collaborazione coordinata e continuativa, prestazioni d’opera occasionale) 18.243 (1,0%).
Su un totale di 1.750.969 occupati, quindi, il lavoro tipico conta 1.248.610 addetti, il 71,3%; e il lavoro atipico 502.359, il 28,7%. Tra i lavoratori atipici quelli precari sono la stragrande maggioranza, l’87,8%.
I lavoratori atipici stranieri sono il 10% in più rispetto a quelli italiani e sono il 10% in più rispetto agli occupati italiani anche se si guarda alla precarietà del rapporto di lavoro.
Lombardia, Veneto, Lazio ed Emilia Romagna sono le regioni con la più alta presenza di lavoratori precari. I settori nei quali sono maggiormente presenti sono i servizi pubblici, sociali e alle persone; seguono manifattura e energia, alberghi e ristoranti, servizi alle imprese e costruzioni.
I lavoratori immigrati regolari rappresentano il 7,5% del totale della forza lavoro italiana, una forza lavoro fondamentale e ben integrata nel tessuto economico nazionale.
PER SAPERNE DI PIU’:
http://www.centrostudisintesi.com/index.php?name=VgImmigrazione
TABELLE CENTRO STUDIO SINTESI: