29 Ott 2012 mobilitazione, sciopero,
In occasione della 5^ edizione della Giornata mondiale del lavoro dignitoso la Cgil ha promosso agli inizi di ottobre una riflessione sulla condizione delle lavoratrici e dei lavoratori migranti, perché, ha spiegato il Coordinatore dell’Area Immigrazione della CGIL Nazionale Piero Soldini, “il nostro Paese deve fare i conti con gli immigrati che in ogni settore, dalle costruzioni all’agricoltura, ma anche nell’industria, continuano ad essere sfruttati e a non conoscere il lavoro dignitoso”. E’ necessario, ha detto, “affrontare con grande determinazione la battaglia per la regolarizzazione dei lavoratori immigrati e per l’emersione del lavoro ‘nero’” anche attraverso l’applicazione della direttiva europea 52 che introduce sanzioni pecuniarie e amministrative per i datori di lavoro che impiegano lavoratori extracomunitari irregolari. La sfida, quindi, che la CGIL deve essere in grado di raccogliere e vincere è quella di rendere il tema dell’immigrazione un tema contrattuale, vertenziale a livello nazionale”.
Numerose le testimonianze, nel corso dell’iniziativa, che hanno raccontato l’impegno del sindacato sul territorio per la tutela dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori migranti, dal nord al sud Italia perché, come ricordato durante gli interventi, “lo sfruttamento non esiste solo al sud”.
Ne è l’esempio la vicenda di Castelnuovo Scrivia, in provincia di Alessandria, in cui dopo giorni di mobilitazione e sciopero, la CGIL al fianco dei lavoratori ha raggiunto un accordo per favorire l’emersione e la regolarizzazione dei 39 lavoratori e delle lavoratrici del settore agricolo che avevano denunciato gravissime irregolarità fino allo sfruttamento e alla riduzione in schiavitù.
Dalle campagne della FILLEA CGIL contro il caporalato, al sindacato di strada della FLAI CGIL, all’iniziativa CES ‘At what Price the Tomatoes’, si è parlato delle esperienze italiane ed europee per l’affermazione del diritto a un lavoro dignitoso che possa rappresentare una via d’uscita dalla crisi economica globale.
“La dignità del lavoro è la giusta risposta alla crisi”, ha dichiarato nel suo intervento conclusivo il Segretario Confederale CGIL, Vera Lamonica, la quale ha avvertito: “non si esce dalla crisi ridimensionando il welfare, impoverendo i diritti del lavoro e la coesione sociale, abbassando la qualità sociale”. Per qusto la CGIL propone un ‘Nuovo piano del lavoro’ che, ha spiegato Lamonica, “è una risposta strategica. Proviamo a disegnare i confini e l’impostazione di una nuova politica economica che riparta da un punto fondamentale: c’è bisogno di diritti, di tutele e di welfare”. “C’è bisogno – ha proseguito – di un’idea di crescita e di sviluppo del Paese che riparta anche dal tema della coesione sociale e dell’uguaglianza. Noi proviamo a dare respiro alla costruzione del futuro, proponendo una serie di interventi di politiche economiche-sociali che puntino a creare nuovo lavoro e legalizzare quello che c’è”. Infine, per la dirigente sindacale, sulla questione immigrazione la CGIL deve affrontare due punti: il diritto al voto amministrativo per i lavoratori immigrati e a fronte della direttiva europea 52 dare concretezza all’azione negoziale del sindacato.
http://www.cgil.it/tematiche/Documento.aspx?ARG=&TAB=0&ID=19894