CIE. DIRITTO ALLA SALUTE VIOLATO ANCHE A MILO

29 Ott 2012

 

“Non è successo soltanto a Gradisca d’Isonzo. Ormai nei CIE si rimane rinchiusi anche quando si dovrebbe essere ricoverati in ospedale o accolti in una struttura di assistenza e cura. La dignità della persona e il diritto alla salute per i migranti irregolari non esistono più”. Lo denuncia il Prof. Fulvio Vassallo Paleologo dal sito Melting Pot. Racconta Vassallo Paleologo che il “cittadino tunisino Yassin Ramadan Taha; il ragazzo, a seguito di un tentativo di fuga dal Centro di identificazione ed espulsione di Milo, alcune settimane fa, ha fratture multiple ad entrambi i talloni, e non può nè sostenersi sulle gambe, nè tanto meno deambulare. Dopo la sua dimissione dall’ospedale di Trapani, nonostante la disponibilità apparente della Prefettura per una diversa sistemazione, e malgrado la disponibilità dimostrata da diversi soggetti privati disponibili a prestare accoglienza ed assistenza a Taha, questi veniva ricondotto dalla polizia all’interno del CIE di Milo; malgrado il medico che opera all’interno del centro avesse stilato pochi giorni prima un’attestazione di incompatibilità a permanere all’interno della struttura, proprio per l’impossibilità per Taha di alzarsi sulle gambe e, quindi, con evidente impossibilità di provvedere autonomamente ai bisogni fisiologici ed all’igiene personale, oltre che di ricevere le cure adeguate per il recupero della funzione degli arti. Nella mattina di lunedì scorso, davanti al giudice della convalida della proroga del trattenimento, proprio mentre l’avvocato Buscaino del foro di Trapani si apprestava a far valere quanto attestato dalla certificazione sanitaria rilasciata dall’autorità sanitaria in favore di Taha, chiedendo di non prorogare la misura restrittiva, veniva recapitato da parte dell’ ente gestore Oasi un nuovo certificato medico, redatto dallo stesso sanitario che aveva precedentemente certificato l’incompatibilità alla permanenza nel CIE del giovane, che questa volta attestava la compatibilità alla permanenza dell’”ospite” in un centro di detenzione ( perché di questo si tratta e non certo di un hotel), dal momento che era stato previsto che due crocerossine venissero una volta al giorno (la mattina) a lavarlo e aiutarlo ad espletare i bisogni fisiologici”.

Scrive tra l’altro Vassallo Paleologo che ” se anche a Trapani valessero nei confronti degli immigrati irregolari trattenuti nei CIE le leggi dello stato e le direttive comunitarie, per non parlare della Convenzione Europea a salvaguardia dei diritti dell’Uomo, si potrebbe concludere che le condizioni di salute di Taha, la corretta applicazione delle normative, oltre al dovuto rispetto della dignità e della salute della persona dovrebbero imporre la sua liberazione immediata ed il trasferimento in una struttura di assistenza e accoglienza, fermo restando che ogni persona deve essere curata nel rispetto della garanzia assoluta ed incondizionata del diritto alla salute”.

http://www.meltingpot.org/articolo18097.html

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