CNEL, È IL FRIULI LA REGIONE PIÙ ACCOGLIENTE D’ITALIA

14 Mar 2012

 

di Enza Cubelli

 

E’ stato presentato a Roma, a Villa Lubin, l’VIII Rapporto del CNEL sugli indici di integrazione degli immigrati in Italia, realizzato in collaborazione con la Direzione Generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. L’indagine misura il grado di attrattività che province, regioni e grandi aree nazionali esercitano sulla popolazione straniera in Italia e il livello di inserimento sociale e occupazionale degli immigrati. Per far ciò l’VIII Rapporto ha utilizzato una serie di 15 indicatori statistici, suddivisi in 3 gruppi tematici di 5 indicatori ciascuno; ogni gruppo corrisponde a un indice sintetico che attraverso i suoi 5 indicatori di base misura l’attrattività dei territori, l’inserimento sociale e occupazionale degli immigrati. Scorrendo i dati, emerge che le regioni del Centro Italia offrono le migliori condizioni di inserimento socio-occupazionale e il più alto indice potenziale di integrazione.

In testa alla classifica c’è il Friuli V.G., seguito dalla Toscana, l’Umbria, il Veneto , l’Emilia Romagna e il Trentino. Agli ultimi posti della classifica ci sono, come sempre, le regioni del Sud Italia. Se analizziamo i dati, partendo dall’indice di attrattività territoriale, cioè la capacità che ogni territorio ha nell’attirare e trattenere stabilmente in loco quanta più popolazione immigrata presente, notiamo che al vertice figurano la Lombardia, il Veneto, l’Emilia Romagna; mentre tra le province ai primi posti troviamo Prato, Brescia e Milano. Gli indicatori che hanno concorso a costruire questo indice sono: l’incidenza, la densità, la ricettività migratoria, la stabilità,l’appartenenza familiare. Per quanto riguarda l’indice di inserimento sociale, cioè il livello di accesso degli immigrati ad alcuni beni e servizi fondamentali del welfare e il grado di radicamento nel tessuto sociale attraverso il raggiungimento di determinati status giuridici, le migliori condizioni si registrano in Friuli V.G., Umbria, Marche e Trentino, mentre per quanto riguarda le province, solo Trieste e Vicenza, dove i ritmi di vita sono meno frenetici, i rapporti sociali meno anonimi, le strutture meno appesantite dalla burocrazia, mostrano condizioni migliori per l’inserimento sociale degli immigrati. Anche in questo caso gli indicatori utilizzati sono stati: l’accessibilità al mercato immobiliare, l’istruzione liceale, la tenuta del soggiorno stabile, il numero dei naturalizzati, la capacità di iniziativa familiare. Infine il Rapporto ha analizzato l’indice di inserimento occupazionale, che misura il grado e la qualità della partecipazione degli immigrati al mercato occupazionale locale, prendendo come indicatori di riferimento: l’impiego della manodopera immigrata, la capacità di assorbimento del mercato lavorativo, il reddito, la tenuta occupazionale femminile, il lavoro in proprio. In questo caso le regioni che offrono agli immigrati le migliori condizioni sono la Toscana, l’Emilia Romagna e il Friuli V.G., che hanno distaccato le tanto rinomate regioni lavorative quali Lombardia, Veneto, Lazio e Piemonte. Quanto alle province, in testa alla graduatoria troviamo Reggio Emilia, Prato, Trieste, Firenze.

Infine l’VIII Rapporto CNEL, misurando tutti questi fattori oggettivi, non fa altro che misurare il potenziale di integrazione che “ è proprio di ciascun territorio”, determinando quanto le precondizioni strutturali di un contesto “siano più o meno favorevoli all’innescarsi e al buon esito dei processi di integrazione in loco”.

CNEL RAPPORTO COMUNICATO STAMPA

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