CONCLUSA LA CONFERENZA DEI MINISTRI DELL'INTERNO DEI PAESI DEL MEDITERRANEO OCCIDENTALE (CIMO). ANCHE L'IMMIGRAZIONE ILLEGALE TRA I TEMI AFFRONTATI

25 Nov 2009

Si è conclusa a Venezia la Conferenza dei ministri dell’Interno del Mediterraneo occidentale (CIMO). Alla conferenza hanno partecipato Spagna, Portogallo, Francia, Italia, Malta, Marocco, Tunisia, Libia, Algeria e Mauritania. Dedicata in particolar modo al tema del terrorismo internazionale, la Conferenza ha affrontato anche il tema dell’immigrazione irregolare. Al riguardo nel documento conclusivo, ‘La dichiarazione di Venezia’, i ministri del CIMO scrivono che ”  sono determinati a promuovere un approccio globale alle migrazioni fondato sulla promozione dell’immigrazione legale, la lotta contro l’immigrazione irregolare e lo sviluppo solidale a vantaggio delle società di origine dei migranti”. Inoltre, “riconoscono la pressione cui sono sottoposti i Paesi d’origine e di transito dei flussi migratori e danno atto degli sforzi che vengono sostenuti per lottare contro le reti dell’immigrazione irregolare, nel quadro della cooperazione bilaterale o di quella con l’Unione europea. In tal senso, esprimono la loro disponibilità ad esaminare le più idonee linee direttrici di cooperazione con l’Unione europea e i suoi vari organismi, come l’Agenzia FRONTEX, su base volontaria e nel rispetto dei principi di sovranità e di legalità, nell’interesse condiviso dei Paesi della CIMO di rafforzare il controllo delle frontiere terrestri, aeree e marittime, assicurando gli scambi di informazioni volti allo smantellamento delle reti. I Ministri sono consapevoli che il traffico dei migranti e la tratta degli esseri umani rappresentano un’importante sfida nel Mediterraneo, tenuto conto della pressione crescente che le reti esercitano sui Paesi di origine, di transito e di destinazione. I Ministri ribadiscono la volontà comune di lottare contro le organizzazioni criminali transnazionali dedite al traffico dei migranti e alla tratta degli esseri umani. Tali organizzazioni sfruttano lo stato di debolezza delle vittime, soprattutto donne e minori non accompagnati, e traggono ingenti profitti da questo traffico. I Ministri auspicano al tempo stesso una sempre maggiore considerazione dei bisogni di assistenza e protezione delle vittime. I Ministri convengono che l’attuazione degli accordi di riammissione sia equilibrata. I Ministri della CIMO constatano l’interesse di un’iniziativa globale, concertata ed equilibrata nell’ambito del rafforzamento del dialogo sulla migrazione tra i Paesi del Forum (5 + 5)”.
   A tal fine hanno perciò concordato di ” facilitare la migrazione legale in questo spazio, soprattutto attraverso la promozione di iniziative pilota coerenti con l’offerta e la domanda del mercato del lavoro, con gli interessi dei Paesi di origine e di destinazione e nel rispetto dei diritti dell’uomo e degli accordi bilaterali; esaminare le possibilità di semplificazione delle procedure di rilascio dei visti a vantaggio dei cittadini dei Paesi delle due rive, nel rispetto delle legislazioni nazionali, degli accordi bilaterali e dei vincoli derivanti dall’adesione ai trattati e alle convenzioni internazionali; intensificare lo scambio di tutte le informazioni riguardanti la migrazione illegale e il traffico dei migranti, valorizzando, ove opportuno, quelle sviluppate nel quadro di piattaforme comuni come il Seahorse e, in particolare, dando nuovo impulso alla rete di punti di contatto CIMO;  intensificare, se del caso, i controlli alle frontiere attraverso il miglioramento delle capacità operative e strumentali dei Paesi della sponda meridionale del Mediterraneo e considerando i programmi di supporto tecnico e l’attività di formazione per le Forze dell’ordine in materia di lotta contro la migrazione illegale; sviluppare ulteriormente ogni utile forma di cooperazione sia sul piano bilaterale che multilaterale, sulla base di accordi specifici; promuovere una migliore gestione dei flussi migratori misti attraverso nuove forme di cooperazione tra le organizzazioni internazionali competenti in materia di protezione internazionale, gli Stati di origine, di transito e gli Stati di destinazione di tali flussi nel Mediterraneo; riservare un’attenzione particolare alle situazioni di vulnerabilità e, in special modo, al fenomeno dei minori non accompagnati e ai loro bisogni familiari nel rispetto della legislazione del Paese di origine, degli accordi bilaterali pertinenti e in ogni caso privilegiando la concertazione con il Paese di origine; proseguire nell’applicazione degli accordi di riammissione esistenti che costituiscono un importante strumento di contrasto alle reti della migrazione illegale”.
La Conferenza dei ministri dell’Interno del Mediterraneo diventa una struttura stabile, avrà una sede fissa e un segretariato. «La novità è questa – ha detto Maroni – il Cimo diventa struttura permanente con un segretariato che possa dare attuazione alle decisioni prese dal comitato. Sarà una struttura operativa che potrà avere grande rilevanza». Maroni ha detto che proporrà come sede fissa Venezia, forse la stessa isola di San Servolo.

LA DICHIARAZIONE DI VENEZIA

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