CONTRATTO SANITÀ: UNA FIRMA CHE VALE UNA SCONFITTA PER 580.000 LAVORATORI

29 Ott 2025 ccnl sanità pubblica, contratto, fp, sanità,

I sindacati Cisl Fp, Fials, Nursind e Nursing Up esultano per la firma definitiva del rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale del Comparto Sanità avvenuta il 27 ottobre. Ma dietro gli annunci trionfali si nasconde una realtà amara, fatta di salari fermi, carriere bloccate e diritti negati. A denunciarlo con forza sono i sindacati Fp Cgil e Uil Fpl Modena, che ribadiscono la non firma del Ccnl 2022-2024 definendolo “un contratto vergognoso che segna un arretramento storico per chi lavora nella sanità pubblica”.
“Questo contratto – afferma Nicola Maria Russo segretario Uil Fpl Modena e Reggio Emilia – non tutela il potere d’acquisto dei lavoratori. A fronte di un’inflazione che ha eroso i salari, gli aumenti reali saranno di appena 40/60 euro lordi al mese (al netto della indennità di vacanza contrattuale già percepita). In pratica, i lavoratori perderanno due terzi del loro potere d’acquisto per il triennio 2022-2024. Il blocco salariale, questa volta, non arriva solo dal Governo, colpevole di portare avanti una politica di sistematico definanziamento della sanità pubblica, ma oggi anche da quei sindacati che hanno deciso di firmare un accordo del genere”.
Sul fronte delle carriere, il giudizio è altrettanto severo. “Non c’è un euro in più per le progressioni economiche e verticali, né per gli incarichi professionali – prosegue Russo – Il criterio per poter partecipare alle procedure selettive dei DEP (differenziali economici di professionalità), resta fermo a tre anni e non a due, come avevamo chiesto. Senza l’adeguamento dei fondi contrattuali, ogni possibilità di crescita resta un’illusione. Anche le indennità per i turni disagiati, ferme da vent’anni, restano immutate: chi lavora nei reparti più complessi continuerà a farlo senza alcun riconoscimento”.
A tutto questo si aggiunge una tassazione agevolata che riguarda solo alcune figure e solo per attività rese oltre il normale orario di lavoro. “L’unico beneficio riguarda gli straordinari degli infermieri – spiega Giulia Casamassima responsabile Sanità Fp Cgil Modena – Per tutto il resto del personale non è previsto nulla. Il messaggio implicito è chiaro: se vuoi guadagnare di più, lavora di più. Ma questa non è valorizzazione, è sfruttamento”.
Il contratto non riconosce nemmeno l’esclusività professionale a chi lavora solo nel Servizio Sanitario Nazionale, né introduce misure di welfare significative. “Il valore del buono pasto resta fermo a 5,16 euro – aggiunge Casamassima – noi oggi abbiamo il dovere di dire ai lavoratori, cosa hanno perso con questo contratto, i lavoratori devono sapere che grazie a chi questo contratto lo ha firmato, hanno perso mediamente 172 euro. Il loro salario ha perso il 10% del suo valore.”
Anche sul piano dell’organizzazione del lavoro, le novità sono tutte peggiorative. Nessuna flessibilità oraria, nessun diritto esigibile per i lavoratori over 60 di essere esonerati dai turni notturni. Aumentano invece i turni di pronta disponibilità, che passano da sette a una media di nove al mese, con carichi di lavoro sempre più pesanti. “Si continua a spremere chi già da anni tiene in piedi ospedali e servizi – commenta Russo – È inaccettabile”.
Critiche anche alla cosiddetta “Area di Elevata Qualificazione”, che secondo i due sindacalisti è una misura vuota: “L’indennità sarà pagata con i fondi contrattuali già esigui – spiega Casamassima – sottraendo risorse alle progressioni orizzontali e agli incarichi. Un sistema destinato, senza l’eliminazione del tetto al salario accessorio e quindi senza ulteriori risorse destinate ai fondi contrattuali, a dividere i lavoratori, piuttosto che a valorizzarli”.
La delusione è forte anche per la formazione e la qualificazione professionale. Nessuna garanzia di ore dedicate all’interno dell’orario di servizio e nessuna valorizzazione dei nuovi profili. “Addirittura – sottolinea Russo – si introduce la figura dell’‘assistente infermiere’, con un inquadramento inferiore all’OSS senior. È un insulto alla professionalità e una svalutazione per entrambe le categorie, OSS e infermieri”.
Sul piano delle tutele, il contratto lascia irrisolti temi cruciali come salute, sicurezza e difesa legale. Nessuna misura concreta contro lo stress lavoro-correlato e le aggressioni, nessun obbligo per le aziende di costituirsi parte civile. “Chi subisce violenza o ingiustizie – denuncia Casamassima – dovrà continuare ad anticipare le spese legali e sperare nella benevolenza dell’azienda. È una vergogna che offende la dignità di chi ogni giorno rischia la propria salute per garantire quella degli altri”.
Infine, restano in vigore i tetti alle assunzioni, con inevitabile aggravio delle condizioni di lavoro e dei carichi sui reparti. “Questo contratto non segna un passo avanti, ma una resa – conclude Russo – È un accordo che impoverisce i lavoratori, peggiora i servizi e nega ogni prospettiva di crescita. Non è un rinnovo, è un arretramento mascherato da conquista”.
“Fp Cgil e Uil Fpl – ribadiscono Russo e Casamassimanon hanno firmato e non firmeranno mai la resa dei lavoratori. Continueremo a batterci per un vero rinnovo, con risorse adeguate, tutele concrete e valorizzazione reale delle professioni sanitarie. Perché la sanità pubblica si difende anche nei contratti, e questa volta, purtroppo, è stata tradita”.

Modena, 29/10/2025

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