27 Apr 2013 flai,
L’operazione condotta dalla GdF contro le cooperative spurie, denominata “Dark Contract” è l’ennesima conferma di quanto la Flai Cgil di Modena sta, da anni, denunciando alle competenti istituzioni.
Dal 2007 le segnalazioni inviate sono oltre 60 e quasi tutte evidenziavano: evasione ed elusione fiscale e contributiva e somministrazione irregolare di manodopera. Elementi che sembrano comparire nell’ambito di questa brillante operazione.
L’utilizzo di queste false cooperative permette di abbassare drasticamente il costo del lavoro, spingendosi ben oltre la legalità, come questa operazione della GdF sembrerebbe dimostrare, creando un meccanismo di concorrenza sleale che sta seriamente compromettendo uno dei distretti economici più produttivi e strategici per la nostra provincia e per il nostro Paese, appunto: la macellazione, la lavorazione e la trasformazione delle carni suine e bovine.
Queste pseudo cooperative offrono alle imprese della macellazione i loro servizi con prezzi ampiamente sotto il costo orario medio del settore, elemento che, se ci fosse un minimo di responsabilità sociale ed etica, dovrebbe automaticamente escluderli dall’affidamento di lavori in appalto. Purtroppo, nella realtà, accade che pseudo imprese cooperative offrono i loro servizi a 12 euro/ora, contro il costo orario complessivo di un lavoratore dell’industria alimentare che supera i 21 euro/ora (comprensivo di tutti gli istituti contrattuali, previdenza, IRPEF, IRAP, malattia ecc…).
Le false cooperative per mantenere un prezzo così basso emettono buste paga con meno ore di lavoro dichiarate, con importi retribuiti con trasferte o rimborsi a cui non si applicano trattenute previdenziali o IRPEF. Inoltre si aumentano i ritmi di lavoro, la velocità e le forme di sfruttamento dei lavoratori (quasi tutti stranieri) che, in alcuni casi, sconfinano in forme di “nuova schiavitù”.
La presenza di queste false cooperative è diffusa in molte imprese del settore alimentare, con livelli più o meno spinti, ma sta seriamente compromettendo l’esistenza e la stessa sopravvivenza di quelle imprese che vogliono stare sul mercato rispettando leggi e contratti di lavoro.
Ora le nostre preoccupazioni sono rivolte ai 120 lavoratori occupati nelle false cooperative, oggetto dell’operazione “Dark Contract”, che potrebbero essere i primi a pagare il prezzo più caro, mentre i loro caporali e i “furbetti delle cooperative”, assistiti da avvocati ben pagati, cercheranno di spuntarla con cavilli e prescrizioni.
Questi lavoratori si troveranno di fronte all’ennesima cooperativa che si scioglierà come neve al sole ed un’altra, “linda” e con un altro bel nome fantasioso, come sempre accade in questi ultimi anni, subentrerà applicando condizioni contrattuali che non sempre sono migliorativi e non è automatica la riassunzione di tutti i lavoratori nella nuova azienda o cooperativa appaltatrice subentrante.
Abbiamo già assistito a troppi casi del genere e non sempre siamo stati in grado d’intervenire per evitare che si commettessero “forzature” o si compromettessero, in modo irreparabile, i diritti dei lavoratori oggetto del cambio d’appalto.
In troppi casi abbiamo scoperto che altre organizzazioni sindacali, chiamate all’uopo dall’azienda committente e appaltatrice, firmassero accordi in cui si esentava il committente da eventuali responsabilità in solido e che applicavano discutibili condizioni contrattuali per la cooperativa subentrante.
La Flai Cgil si rivolge a questi lavoratori, offrendo loro la propria consulenza e aiuto, ma li invita ad evitare di firmare documenti non chiari che gli venissero sottoposti nei prossimi giorni. Spesso si tratta di verbali di conciliazione, definiti “tombali”, che scaricano completamente il committente da eventuali responsabilità solidali per il precedente rapporto di lavoro.
Non sempre il committente è esente da responsabilità ed è giusto, come la legge prevede, che venga chiamato in solido a risponderne.
Modena, 27 aprile 2013
Per la FLAI CGIL di Modena
Umberto Franciosi
Segretario Generale