DAL 23 AL 27 APRILE TORNA “LASCIATECIENTRARE

16 Apr 2012 mobilitazione,

 

DAL 23 AL 27 APRILE TORNA “LASCIATECIENTRARE,

LA MOBILITAZIONE CONTRO I CIE

CIE sta per Cento di Identificazione ed Espulsione. In realtà, dopo che la destra ha portato a 18 mesi la possibilità di trattenervi gli immigrati, i CIE non sono più degli istituti per il trattenimento temporaneo allo scopo dell’identificazione, ma vere e proprie galere. La sola colpa che vi si espia è la mancanza di un titolo di soggiorno. Vi finiscono, tra gli altri,cittadini stranieri che dopo anni di vita regolare in Itala si sono trovati in situazione di irregolarità con la perdita del lavoro; i loro figli, magari nati e cresciuti in Italia, la cui situazione è legata a quella dei genitori; potenziali richiedenti asilo; vittime della tratta. Spesso l’identificazione non arriva a buon fine e gli immigrati vengono messi in libertà, di nuovo senza documenti, fino a quando la polizia non li ferma di nuovo e li rinchiude ancora una volta. Scioperi della fame, incendi, rivolte, autolesionismi testimoniano la drammaticità della vita che vi si svolge. Per queste ed altre ragioni anche agli occhi dell’opinione pubblica i CIE appaiono sempre di più per quello che sono: un’aberrazione civile e giuridica. Poiché lo scopo dei Cie è definire gli immigrati, agli occhi di tutti, come un pericolo oggettivo, indipendentemente dai comportamenti effettivi; che sono di fatto delle carceri dove vengono rinchiuse persone che non hanno commesso reati; che sono inefficaci per il contenimento del bacino dell’irregolarità, contro la quale servono piuttosto nuove politiche migratorie; che non hanno nulla a che fare con la cosiddetta “sicurezza” dei cittadini autoctoni, la Cgil ne chiede il superamento. Aderisce, perciò, alla Campagna “LasciateCIEntrare” e parteciperà alle iniziative di mobilitazione. Per la Cgil la campagna dovrà essere anche un’ulteriore occasione per rivendicare una nuova legge sull’immigrazione e il superamento delle politiche securitarie del centro-destra.

LASCIATECIENTRARE”. IL TESTO DELL’APPELLO

Centri di identificazione ed espulsione per stranieri: ancora difficile l’accesso ai giornalisti nonostante le rassicurazioni del ministero dell’Interno, denunciano i promotori della campagna “LasciateCIEntrare”, che viene riproposta anche quest’anno dal 23 al 27 aprile, sia in Italia che in Europa, contro le detenzioni amministrative. Qui sotto potete leggere il testo dell’appello della campagna e conoscere la composizione del comitato promotore.

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Centri di identificazione ed espulsione per stranieri: ancora difficile l’accesso ai giornalisti nonostante le rassicurazioni del ministero dell’Interno, denunciano i promotori della campagna “LasciateCIEntrare”. Al via un appello e una campagna di MOBILITAZIONE in Italia e in Europa contro le detenzioni amministrative.
La campagna “LasciateCIEntrare” è nata a seguito del divieto di informazione nei CIE (Centri di identificazione e di espulsione) e nei C.A.R.A. (Centri di accoglienza per richiedenti asilo) espresso nella circolare n.1305 del primo aprile 2011 firmata dall’allora Ministro dell’Interno Roberto Maroni che bloccava l’accesso della stampa nei centri. Il 25 luglio giornalisti, avvocati, sindacalisti, moltissime associazioni della società civile hanno accompagnato “dal di fuori” parlamentari di diverse forze politiche in visita nei centri per migranti. Una mobilitazione civile e politica per affermare il diritto di poter sapere, conoscere e informare sulle condizioni di migliaia di migranti, uomini donne e minori presenti nei centri.
Da allora siamo andati avanti e a dicembre la decisione del nuovo Ministro Anna Maria Cancellieri di sospendere il divieto è stata accolta con soddisfazione perchè raccontare ciò che avviene in queste strutture è un diritto-dovere di chi fa informazione.
Eppure, ancora oggi la sospensione del divieto non rappresenta de facto la garanzia della libertà di informazione. Capire e raccontare cosa accade in questi luoghi è estremamente difficile a causa della discrezionalità con la quale le richieste di accesso vengono gestite e trattate.
Grazie all’attenzione di molti giornalisti, avvocati e attivisti sono venute fuori storie di persone rinchiuse ingiustamente, di errori giuridico amministrativi, di rivolte, di mancata assistenza, di trattamenti al limite del rispetto dei diritti umani e civili.
Abbiamo visto giovani nati e cresciuti in Italia che sono stati chiusi in un CIE, poi liberati con una sentenza, perchèéi loro genitori “stranieri” avevano perso insieme al lavoro anche il permesso di soggiorno. Abbiamo incontrato potenziali richiedenti asilo, donne vittime di abusi sessuali o dell’ignobile tratta delle schiave, lavoratrici e lavoratori residenti in Italia da anni la cui unica colpa è stata quella di aver perso il proprio posto di lavoro e di non averne trovato un altro in tempo utile. Abbiamo visto e sentito l’assurdità delle condizioni in cui lavora anche chi si occupa della loro vigilanza e assistenza.
Ci chiediamo quanto questo sistema rappresenti un inutile costo per la pubblica amministrazione.
Crediamo, al di là delle nostre differenti estrazioni e delle nostre posizioni politiche, che trattenere fino a 18 mesi rappresenti un’ulteriore aberrazione di questo sistema e di queste procedure.
Crediamo che un uomo o una donna non possano essere privati di un diritto fondamentale ed inalienabile come quello della libertà personale, per una detenzione amministrativa.
Siamo coscienti che non si tratta di una questione unicamente italiana ma che riguarda l’intera Europa, diviene perciò sempre più urgente aprire un dibattito che porti a rivedere le condizioni di movimento dei cittadini migranti.
E’ tempo di trovare una soluzione alternativa alla detenzione amministrativa e crediamo convintamente che questo vada fatto ora.
E questo chiediamo inoltre alla politica, che si apra subito un confronto a livello nazionale e internazionale per rivedere nei termini e nella sostanza l’attuale normativa.
Anche per questo la campagna LasciateCIEntrare aderisce a quella europea OPEN ACCESS NOW, rilanciando la mobilitazione nel mese di aprile, con organizzazioni di tutta Europa, parlamentari e operatori dell’informazione, che visiteranno i centri per riportare la pubblica attenzione su questo tema. Senza un’informazione libera di poter informare, alla società civile e a un paese intero vengono sottratti i fondamentali strumenti di democrazia.
La firma di tutti noi a questo appello è per ricordare e ribadire insieme la volontà che la nostra democrazia non arretri di fronte a nessun muro.
Nè quello dei diritti umani, né tanto meno quello del silenzio e della censura.

COMITATO PROMOTORE: FNSI, Art.21, EUROPEAN ALTERNATIVES, CGIL, rete PRIMO MARZO, GIU’ LE FRONTIERE, ASGI, TERRE DES HOMMES, ARCI, MEDU, OPEN SOCIETY FOUNDATIONS, STUDIO LANA, ASSOCIAIONE ANTIGONE, REDATTORE SOCIALE, Raffaella Cosentino, Stefano Galieni, Fulvio Vassallo Paleologo, Alessandra Ballerini, Gabriella Guido, TANA DE ZULUETA, Francesca Koch, CASA INTERNAZIONALE DELLE DONNE, LIBERTA’ E GIUSTIZIA, ARCHIVIO MEMORIE MIGRANTI, ISTITUTO FERNANDO SANTI, Associazione SOS Donne di Bologna, Associazione intercultrale DAWA, Associazione Donne Nel Mondo, Assoc. Donne Migranti per la Pace, Rete della Diaspora Africana Nera in Italia, Studio Legale Associato Luigi Paccione & Rossella Malcangio, Associazione Class Action Procedimentale, Borderline-Sicilia, Borderline-Europe,

On. Rosa Villecco Calipari, On. Vincenzo Vita, On. Francesco Pardi, On. Sandra Zampa,
On. Jean leonard Touadì, On. Roberto Di Giovanpaolo, On. Livia Turco, On. Ghizzoni, On. Silvia Costa, On. Paola Concia, On. Rita Bernardini, On. Marco Perduca, On. Andrea Sarubbi, On. Sandro Brandolini, Monica Cerutti Consigliera Regionale Piemonte SEL, Nicola Fratoianni Assessore alle Politiche Giovanili, Cittadinanza Sociale e Attuazione del Programma della Regione Puglia, Stefano Bonaccini Segretario regionale e consigliere regionale PD dell’Emilia-Romagna, Luciano Vecchi Consigliere regionale PD, NICHI VENDOLA, Marco Pacciotti, Khalid Chaouki FORUM IMMIGRAZIONE PD, RIFONDAZIONE COMUNISTA, PAOLO FERRERO, Roberto Antonaz, Consigliere Regionale Friuli Venezia Giulia, Antonio Mumolo Consigliere Regionale PD Emilia Romagna, Thomas Casadei Consigliere Regionale PD Emilia-Romagna, Daniela Vannini vicecapogruppo PD Provincia di Bologna, Responsabile Diritti e Migranti PD Bologna, Palma Costi Consigliere Regionale Assemblea Legislativa Emilia Romagna – Gruppo consiliare Partito Democratico, Fausto Cigni Presidente della Consulta Immigrazione Provincia di Modena, Grazia Baracchi Consigliere Provincia Modena, Anna Pariani Consigliera Regionale e Coordinatrice Segreteria Regionale Partito Democratico Emilia-Romagna,

Hanno inoltre aderito:
Andrea Camilleri, Erri De Luca, Ettore Scola, Enzo Iacopino (presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti), Stefano Disegni, Igiaba Sceigo, Dagmawi Yimer, Fabrizio Gatti, Andrea Segre, Tiziana Ferrario, Nando Dalla Chiesa, Pino Ligabue, Amarò Ternipè, Fadil Drini, Antonella Miriello, Laura Galesi, Antonello Mangano

Per maggiori informazioni sulla campagna:
Gabriella Guido – ggabrielle65@yahoo.it

per la stampa:
Raffaella Cosentino – raffaella.cosentino@gmail.com
su Facebook: LasciateCIEntrare

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